“Obbligatorie nei trasferimenti anche in Italia”

Roma, 1 feb. (askanews) – “La lamentela, la giusta critica all’esibizione della detenuta in Ungheria, sia pure imputata di un reato grave, poi speriamo che venga derubricato, sta nel fatto che è stata esibita”. Lo ha detto il presidente del Senato, Ignazio La Russa, parlando con i cronisti del caso di Ilaria Salis, a margine di un convegno a palazzo Giustiniani.

A suo giudizio, “quindi, c’è stata una sottovalutazione di questo aspetto e una sopravvalutazione dell’effetto visivo. Perché la nostra legge italiana impone il rispetto della dignità del detenuto qualunque sia l’imputazione. E ne fa conseguire di fatto un divieto di fatto di riprendere, fotografare, fare video con persone incatenate durante i trasferimenti”.

“Questa – ha precisato il presidente del Senato – è una norma del ’92 ma con una legge del ’93 si è chiarito che nei trasferimenti di più persone è obbligatoria la catena e anche quello che – molto impropriamente – è stato definito guinzaglio, che fa pensare a una cosa al collo ma che è un tubo con un’anima di metallo che può essere erroneamente confusa con un guinzaglio”.

“Fermo restando – ha proseguito La Russa – che le catene ai piedi grazie a Dio non sono appannaggio della normativa italiana, ma lo sono di quella ungherese come di quella americana, bisogna dirlo, la differenza deve stare nella colpevole esibizione di un detenuto con le catene che in Italia è di fatto vietata”.

“Un altro tema che non è stato trattato e secondo me è importante – ha concluso – è quello delle condizioni dei detenuti nelle carceri, sia ungheresi sia quelle italiane, che io non conosco nei dettagli, ma meritano grande attenzione”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *