Lavoratori in piazza contro privatizzaziooni

Roma, 24 gen. (askanews) – Il governo argentino del presidente Javier Milei non intende stabilire un canale negoziale con gli organizzatori del primo sciopero generale affrontato dall’attuale amministrazione, ha detto il portavoce presidenziale Manuel Adorni Mercoledì.

“Non si può dialogare con chi non vuole che il Paese vada avanti”, ha affermato Adorni nella sua consueta conferenza stampa alla Casa Rosada, sede dell’Esecutivo.

Pur sostenendo che l’Esecutivo rispetta “il diritto di manifestare, astenersi dal lavoro e lamentarsi di ciò che ritiene opportuno”, ha escluso la possibilità di dialogare con coloro che “cercano di complicare la vita al resto degli argentini, che sono ancora un gruppo minoritario.”

“Che dire di coloro che cercano di fermare il paese e di andare contro ciò che è accaduto alle urne?”, ha detto riguardo alla vittoria del partito al governo nel secondo turno delle elezioni presidenziali del 13 novembre.

Per il portavoce presidenziale, lo sciopero generale indetto questo mercoledì dalla Confederazione Generale del Lavoro (CGT) è promosso da “persone che mostrano un lato piuttosto antidemocratico e antirepubblicano quando parlano di” cambiare la situazione.

“In Argentina non si ribalta nulla, tanto meno quello che c’è nel processo parlamentare”, ha aggiunto riferendosi ad un progetto di “legge omnibus”, un’iniziativa di oltre 500 articoli che attribuisce poteri legislativi al presidente e che ha ricevuto parere positivo nelle prime ore del mattino da una seduta plenaria delle Commissioni della Camera dei Deputati.

Il governo Milei è “sorpreso dalla rapidità con cui è stato annunciato uno sciopero record nella storia democratica argentina”, a meno di due mesi dall’ingresso in carica del nuovo esecutivo.

In questo senso, lo sciopero generale è “una grande sciocchezza, una complicazione e una perdita di denaro per molti argentini, e va contro ciò che vuole la maggioranza degli argentini”, ha ipotizzato Adorni. REAZIONI DEI MINISTRI

Il portavoce ha ricordato nel suo intervento che è in vigore un protocollo antipicchettaggio del Ministero della Sicurezza, il cui capo, Patricia Bullrich, ha già avvertito “che sarà applicato come si dive, garantendo la libera circolazione, con i relativi controlli e impedendo che vengano bloccate le strade”.

Il ministro ha sottolineato sui social network che i promotori dello sciopero sono “sindacalisti mafiosi, giudici complici e politici corrotti, tutti che difendono i loro privilegi, resistendo al cambiamento che la società ha deciso democraticamente e che il presidente Javier Milei guida con determinazione”.

Allo stesso modo, il ministro degli Esteri, Diana Mondino, ha sottolineato che lo sciopero è stato indetto “dall’oligarchia dei milionari con autoblindo e autisti” e da “falsi rappresentanti dei lavoratori”.

“Le cose si ottengono con fatica, non piangendo e scalciando; non ne abbiamo paura”, ha affermato.

La CGT ha indetto lo sciopero nazionale respingendo le prime misure del governo, che comprendono il progetto “legge omnibus” e un decreto di necessità e urgenza (DNU) che modifica o abroga 366 leggi per deregolamentare diversi settori dell’economia.

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