Malfatti: “A Viareggio vogliamo tornare a lavorare in sicurezza”
Roma, 23 gen. (askanews) – “Quello che abbiamo chiesto oggi col presidio davanti alla Regione è molto semplice: vogliamo lavorare, farlo in sicurezza e chiediamo aiuto alla Regione. Alla politica chiediamo di essere vicina ai lavoratori, di comprendere la situazione drammatica che sta vivendo un’intera categoria e di agire con la rapidità necessaria per salvare imprese e posti di lavoro. Il lavoro è un diritto riconosciuto e tutelato dalla Costituzione. Siamo delusi perché non abbiamo ricevuto risposte concrete”.
A dirlo è Alessandra Malfatti, presidente della Cittadella della Pesca e consigliera di Fedagripesca Toscana, dopo la protesta della marineria peschereccia viareggina sotto la sede della Regione Toscana a Firenze. I rappresentanti dei pescatori sono stati ricevuti da alcuni partiti del Consiglio regionale e dall’assessore regionale ai Trasporti Stefano Baccelli.
“Ringraziamo l’assessore Baccelli per averci ascoltato – dice Malfatti – anche se in termini di soluzioni concrete ci aspettavamo molto di più. Pensavamo che ci potesse ricevere il presidente Giani e invece così non è stato. L’unica novità è un atto dell’Autorità Portuale dove si mostra il moto ondoso e dove si dice che la draga sta lavorando. Ma non ci soddisfa”.
“Non capiamo perché non si possa dare una risposta rapida alla richiesta di tornare a lavorare in sicurezza – aggiunge Malfatti – Siamo di fronte a una situazione paradossale: vediamo solo un gran parlare ma mancano le soluzioni concrete e, soprattutto, tempistiche veloci per la loro messa in campo e questo ci preoccupa. Abbiamo il fondato timore che tutto finisca in uno sterile scontro politico che certamente non darà da mangiare alle famiglie colpite dalla situazione. Viareggio ha un porto importante, pensiamo al suo sviluppo, al rilancio. Non è il momento della polemica anche perché in questi giorni abbiamo sentito affermazioni sull’idoneità dei mezzi messi in campo e sulla perizia dei pescatori molto lontane dalla realtà che rischiano solo di intorbidare le acque e allontanare la soluzione del problema”.