Falsamente etichettati, si punta a mercatini e negozi etnici
Roma, 16 gen. (askanews) – “Abbiamo ragionevoli sospetti che arrivino in Italia dalla Cina prodotti falsamente etichettati e infettati con la Psa. Su questo abbiamo già completato accertamenti e abbiamo anche evidenze scientifiche”. Lo ha detto il Commissario straordinario alla peste suina africana, Vincenzo Caputo, in audizione davanti alla Commissione Agricoltura in merito alle nuove emergenze relative alla diffusione della Peste suina africana (Psa) in Italia.
Caputo ha quindi spiegato che si tratta di “prodotti cinesi di contrabbando falsamente etichettati, barrette dichiarate come vegetali ma che contengono carne suina e positive alla Psa. Non sono prodotti che provengono dall’importazione legale del mercato cinese”, ha aggiunto. Il riferimento è relativo a una indagine in corso su snack cinesi falsamente etichettati come vegetariani ma contenenti carne di pollo e di maiale, risultati positivi alla Peste suina africana.
“C’è una indagine in corso – ha confermato Caputo – Stiamo puntando su mercati e negozi etnici dove potrebbero trovarsi questi prodotti che non entrano nel circuito legale. Un abbandono di una di queste barrette nell’ambiente potrebbe portare a un contagio ad esempio tra i cinghiali. Non ci sono assolutamente rischi per l’uomo – ha voluto ribadire il Commissario straordinario – ma scarti e rifiuti o l’abbandono incontrollato di questi prodotti, vista la grande presenza di cinghiali sul territorio, rappresentano un fattore di rischio, perché basta un minimo contatto con questi residui alimentari perché il cinghiale, di cui c’è grande abbondanza, si infetti”.
“Questo – ha aggiunto – spiega perchè la Psa la troviamo in Piemonte, poi a Reggio Calabria e poi a Roma. Sulla questione noi andremo avanti e abbiamo già attivato le autorità competenti: è partito il rilevamento sui prodotti falsamente etichettati e proseguiremo”.