Roma, 15 gen. (askanews) – La produzione totale di mele italiane nel 2023, ormai definitiva includendo anche le varietà più tardive, è stata di 2.174.674 tonnellate, con un aumento del 2,9% rispetto allo scorso anno. Il volume di mele destinate alla trasformazione industriale diminuisce leggermente rispetto all’anno precedente e così la disponibilità di mele per il mercato fresco cresce di poco oltre 4% rispetto al 2022, raggiungendo 1.878.891 di tonnellate. Il bilancio sull’andamento del comparto è stato fatto da Assomela, il Consorzio delle Organizzazioni di Produttori di mele italiani che rappresenta il 75% della produzione melicola nazionale.

Le giacenze di mele per il mercato fresco al primo gennaio si assestano a 1.215.750 tonnellate, con un incremento del 4,8% rispetto al minimo record dello scorso anno e in linea con la media degli anni precedenti. A dicembre sono state vendute complessivamente 164.376 tonnellate di mele, un volume esattamente in linea con la media degli ultimi cinque anni.

Per quanto riguarda il settore del trasformato, i volumi sono in linea con le previsioni. Attualmente, spiega Assomela, la campagna di commercializzazione appare molto viva in Europa, grazie anche alla minore presenza sia di mele polacche, pur presenti con prezzi competitivi in diversi mercati, sia di mele tedesche.

Nell’export oltremare si registrano invece alcune difficoltà logistiche dovute all’intoppo del canale Suez e dei conflitti nel mar Rosso che comporta ritardi ed incertezze nella disponibilità di container. A causa della scarsità dei container, dei tempi di attesa, delle deviazioni e dell’aumento delle assicurazioni, i prezzi della logistica su queste strade vengono rinegoziati e in alcuni casi quasi raddoppiate.

Sul fronte della legislazione comunitaria, Assomela continua a seguire con attenzione l’evoluzione delle proposte di Regolamento UE per l’uso sostenibile dei fitofarmaci (SUR) e per la riduzione degli imballaggi e rifiuti da imballaggi (PPWR), entrambe oggetto di forte critica da parte del settore. Assomela conferma infatti “un convinto sostegno alle posizioni espresse dal Parlamento Europeo lo scorso novembre, che ha rigettato la proposta SUR ed ha modificato la proposta PPWR, escludendo dal campo di applicazione il settore ortofrutticolo per quanto riguarda il divieto di uso di confezioni monouso”.

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