La ristoratrice di Sant’Angelo Lodigiano trovata morta dopo la shitstorm denunciata dalla famiglia

Roma, 15 gen. (askanews) – Giovanna Pedretti, ristoratrice di Sant’Angelo Lodigiano è stata trovata morta la domenica sera del 14 gennaio lungo le sponde del fiume Lambro. Un suicidio, denunciano i familiari, provocato dalla shitstorm innescata sui social da alcuni post e da una recensione al suo locale.

Tutto nasce con una recensione omofoba al suo locale che prende di mira gay e disabili. Recensione immediatamente contestata dalla Pedretti che parla di cattiveria gratuita e “bassezze umane e di pessimo gusto”. I post diventano virali e la Pedretti diventa un simbolo positivo; in un’intervista spiega al Corriere della Sera: “Ho deciso di pubblicare sulla nostra pagina Facebook il post e rendere pubblica questa triste vicenda”, perché “sono convinta che sia necessario avere maggiore umanità in questo mondo”. I social impazziscono, in tutta Italia la pizzeria diventa esempio virtuoso. Alessandra Locatelli, ministro per le Disabilità, digita: “Grazie a Nello e Giovanna, pronti a reagire davanti ad atteggiamenti discriminatori e di cattiveria pura. Grazie perché siete due persone serie e attente al prossimo. Dobbiamo tutti amare di più ed essere più gentili”.

Ma non tutti condividono. Ad esempio, il compagno di Selvaggia Lucarelli, Lorenzo Biagiarelli, food blogger, sui social mette in dubbio l’autenticità della recensione e scrive: “Il font della recensione, come quello della risposta, è diverso da quello usato da Google”. In molti gli danno ragione: “Queste persone sono veramente pessime e meritano di fallire se hanno inventato tutto”. La bufera è scoppiata. Selvaggia Lucarelli rilancia, sui social e tra i suoi numerosi follower, i dubbi del compagno, e anche le televisioni tornano alla pizzeria della Pedretti per chiedere spiegazioni. Lei tentenna ed il web specula e si divide tra innocentisti e colpevolisti.

Dopo poco più di 24 ore, Giovanna Pedretti è stata trovata morta. La famiglia denuncia la gogna mediatica, la shitstorm. I social adesso cambiano bersaglio: in primis Biagiarelli; che, dopo aver espresso il suo dispiacere per la morte della donna, così si difende (sempre sui social): “Vi invito, se davvero pensate che la signora Giovanna si sia tolta la vita, per un inesistente ‘odio social’, a riflettere sul concetto di verità. Se ogni persona che tenta di ristabilire la verità in ogni storia, grande o piccola che sia, dovesse temere questo epilogo, a quel punto dovremmo chiudere tutto, giornali e social. I messaggi di odio che mi state scrivendo sono invece quelli sì di una tale violenza e quantità che effettivamente a una persona non troppo fragile poterebbero far pensare a un gesto estremo”.

Anche Selvaggia Lucarelli affida ai social la sua ricostruzione: “Una persona inventa una storia usando disabili e gay per avere quella popolarità sui social che ormai tutti vogliono. Lo fa confezionando un commento fatto male, molto ingenuo da un punto di vista tecnico. Era chiaramente falso al primo sguardo. Tutta la stampa italiana va dietro al primo che dà la notizia senza verificare. Tutta. Gli influencer la riprendono. La signora diventa l’eroina nazionale. La signora è la star del giorno. Qualcuno si prende la briga di fare debunking. Qualcuno dice che la notizia che è in home su tutti i giornali è falsa. Normale amministrazione ormai. Purtroppo. La signora viene trovata morta”, sintetizza. Lucarelli poi sottolinea: “I social sono pericolosi, la cattiva informazione è pericolosa, la superficialità è pericolosa. La distanza tra l’altare e la polvere è un nanosecondo”.

Fiorina D’Avino, figlia di Giovanna Pedretti su Instagram commenta il post: “L’accanirsi è pericoloso. Grazie cara ‘signora’ per aver massacrato in via mediatica la mia mamma. Cerchi pure la sua prossima vittima”. Dopo qualche ora, la ragazza pubblica un’altra storia, in cui denuncia la pressione a cui è sottoposta la sua famiglia dopo l’esplosione del caso: “Siamo assediati dai giornalisti. Qualcuno li mandi via”.

Le indagini dei carabinieri per chiarire quanto accaduto vanno avanti. Chi a Sant’Angelo Lodigiano conosceva Giovanna Pedretti ricorda: “Era una bravissima persona”. Il Maggiolino, un gruppo di volontari, “attivo dal 2003 che ogni mese organizza un’uscita che può essere pizza, cinema, teatro, bowling… per ragazzi disabili”, la saluta così su Facebook: “La nostra cara amica Giovanna Pedretti ha deciso di abbandonare questa vita e raggiungere suo fratello Stefano lassù. Grazie per quello che hai fatto per noi. Grazie per l’iniziativa della pizza sospesa e soprattutto per aver difeso la disabilità. Ci mancherai Gio”.

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