Decine le vittime dal 1979 ad oggi

Roma, 15 gen. (askanews) – Parigi-Dakar in lutto. Dopo una settimana di battaglia, è morto il motociclista spagnolo Carles Falcón, vittima di una caduta nel corso delle seconda tappa del rally che si sta svolgendo in Arabia Saudita e che è appena entrato nella sua ultima settimana di gara. Falcon, in gara con una KTM privata del TwinTrail Racing Team, era finito a terra a soli quindici chilometri dalla conclusione di una prova speciale di quasi quattrocentocinquanta chilometri. Il quarantacinquenne pilota originario della città catalana di Tarragona era stato trasportato in aereo all’ospedale di Riyadh, capitale dell’Arabia Saudita, dove è rimasto in terapia intensiva e in coma indotto fino a quando non è stato rimpatriato in Spagna tre giorni fa, quando ormai le sue condizioni da gravi erano diventate critiche.

Con la scomparsa di Falcón, sono ormai un’ottantina le vittime della “Dakar” nei quarantasei anni (dal 1979 al 2024) di storia del rally avventura che ha lasciato nel 2009 il Nordafrica (dopo l’unica cancellazione del 2008 a causa dell’instabilità politica delle regioni attraversate) per trasferirsi in America Latina e poi ancora – cinque anni fa – nella Penisola Arabica.

Falcón si era procurato anche fratture a cinque costole, clavicola e polso sinistro ed era trasferito in Spagna su un aereo medico per effettuare nuovi esami, con l’intento di salvargli la vita. Il danno neurologico causato dall’arresto cardiorespiratorio al momento dell’incidente si era però rivelato irreversibile.

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