Nuova vittoria del Consorzio del Prosecco Doc sull’australiana Agwi
Milano, 29 dic. (askanews) – Dopo due gradi di giudizio, la cinese Beijing High Court (BHC) ha respinto l’appello presentato dall’Australian wine and grape Inc (Agwi), stabilendo che il marchio Prosecco costituisce una IG anche nella translitterazione cinese “PU LUO SAI KE”, e può dunque essere utilizzato esclusivamente per identificare questo vino italiano. Lo ha reso noto il Consorzio di tutela del Prosecco Doc che da anni lavora per proteggere la Denominazione (anche) in Estremo Oriente.
In Cina, il Consorzio aveva già ottenuto importanti tutele, sia grazie alla registrazione del marchio “Prosecco”, sia nell’ambito dell’Accordo di cooperazione e protezione delle indicazioni geografiche tra l’Unione europea e il governo della Repubblica popolare cinese. A questo si aggiunge ora il marchio in ideogrammi cinesi che era stato contestato dall’Agwi che ha interesse a esportare i vini australiani etichettati come “prosecco” anche in questo mercato. L’associazione australiana aveva depositato una domanda di annullamento sostenendo che “Prosecco” è una varietà di vite e non un vino tutelato come indicazione geografica (IG).
“Non possiamo che essere contenti del risultato” ha commentato il presidente del Consorzio, Stefano Zanette, sottolineando che “la Cina, uno dei Paesi più popolosi al mondo, ha nuovamente riconosciuto che il termine Prosecco indica in maniera indiscutibile la nostra denominazione d’origine. Questa protezione – ha concluso – vuole salvaguardare ulteriormente il nostro prodotto, l’unicità dei nostri territori e il duro lavoro che tutta la filiera DOC porta avanti quotidianamente”.