Al Tg1: “Stiamo costruendo il piatto perfetto”
Roma, 27 dic. (askanews) – Jannik Sinner si prepara per il ritorno in campo. L’obiettivo è quello di essere pronto per gli Australian Open, in programma dal 14 al 28 gennaio. Prima di questo impegno, il 22enne nostrano giocherà in terra australiana il “Kooyong Classic”, noto torneo di esibizione dal 10 al 12 gennaio. Di questo e anche di altro ha parlato in un’intervista concessa a Marco Franzelli (TG1), raccontando in primis il suo rapporto con una delle sue passioni, lo sci: “Anche sulle piste mi riconoscono. Ma io mi ricordo sempre da dove vengo, della mia famiglia, dei miei amici. E sicuramente anche questo mi dà la sicurezza che sono rimasto uguale come ragazzo”. Con i piedi ben piantati a terra Jannik, ma con l’ambizione di scalare la classifica mondiale che attualmente lo vede al n.4. Il concetto di miglioramento, che l’altoatesino aveva ben rappresentato nelle Nitto ATP Finals in conferenza stampa con il paragone del suo gioco a un piatto di pasta al pomodoro, è stato ripreso. In questo caso, il riferimento è stato a un’altra pietanza, ma l’idea è stata molto chiara: “Anche se fai un’insalata mista puoi mettere tante cose. Però se ne metti troppe senti che non è più buona, ma magari se ne metti troppo poche senti che manca qualcosa. Quindi alla fine stiamo provando a costruire il piatto perfetto”. Per questo “piatto”, il lavoro si sta focalizzando sul: “Servizio, ma anche andare un po’ più spesso a rete e variare il gioco. Magari con il rovescio fare qualche slice in più”. I target del 2024 sono i grandi tornei e le Olimpiadi di Parigi: “Per me stesso, ma si gioca comunque anche per l’Italia. Ed è sempre un grande onore rappresentarla”. Non è mancato poi un riferimento alla sua famiglia, ovvero al fratello adottivo Marc: “Mio fratello è forse il primo migliore amico che ho. Quando sei in difficoltà ti dice sempre la verità. Sono sempre grato di avere un fratello, e ancora più fortunato che ha tre anni più di me”. In conclusione, l’approfondimento sulla vittoria in Coppa Davis e se e quanto quel successo gli abbia cambiato la vita: “Anche io quando ero piccolo avevo dei sogni, per esempio fare una foto con un atleta mi rendeva felice. E ora sono io che cerco di fare contenta più gente possibile”.