Casi rilevati aumentati nonostante più tardi nella stagione

Roma, 14 dic. (askanews) – In aumento i rilevamenti di virus dell’influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI) nelle ultime settimane negli uccelli selvatici in Europa, sebbene l’aumento sia iniziato più tardi rispetto agli anni precedenti. Questo, spiega l’Efsa in una nota, è probabilmente dovuto a un ritardo nella migrazione autunnale di diverse specie di uccelli acquatici. Poiché la circolazione del virus tra gli uccelli selvatici aumenta durante il periodo invernale, aumenta anche il rischio di epidemie negli allevamenti di pollame.

Sono i risultati dell’ultimo rapporto trimestrale sull’influenza aviaria redatto dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) e dal laboratorio di riferimento dell’UE (EURL).

Tra il 2 settembre e il 1 dicembre 2023, sono stati segnalati focolai di HPAI in uccelli domestici (88) e selvatici (175) in 23 paesi europei. Il rapporto rileva che sette delle undici varianti (genotipi) del virus HPAI identificate in Europa erano nuove e colpivano diverse specie di uccelli selvatici, in particolare le gru comuni. L’HPAI è stato rilevato per la prima volta negli uccelli e nei mammiferi selvatici nella regione antartica.

L’ECDC ha valutato che il rischio di infezione da virus HPAI in Europa rimane basso per il grande pubblico e da basso a moderato per le persone esposte professionalmente o in altro modo a uccelli o mammiferi infetti.

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