“Quasi tutte le province del Sud Italia sono in coda a una recente classifica sulla Qualità della vita. Un dato che non sorprende ma che deve preoccupare, la disparità tra le regioni settentrionali e meridionali del Paese è un tema cruciale che richiede azioni concrete. Mentre il Nord, infatti, continua a godere di uno sviluppo economico prominente, il Mezzogiorno si confronta con sfide significative, tra cui difficoltà economiche, disuguaglianze sociali, livelli educativi ai minimi termini, fuga dei cervelli e infrastrutture meno sviluppate”. Maria Cafasso, Ceo dello Studio Esterino Cafasso, lancia un appello per incrementare gli investimenti nelle regioni meridionali dell’Italia, con l’obiettivo di ridurre il divario economico e sociale che persiste con il Nord.
“Oggi appare necessario concentrarsi su progetti infrastrutturali, sviluppo economico e programmi educativi nelle regioni meridionali”, afferma Cafasso. “In prima battuta, occorre implementare politiche che tengano conto delle specificità regionali per garantire equità nelle risorse e nelle opportunità. Serve una politica che metta al centro le imprese, favorendo la creazione di nuove aziende, e che sappia spendere nel migliore dei modi i fondi del Pnrr. Inoltre, l’invito è a favorire la collaborazione tra settore pubblico e privato per stimolare l’innovazione, creare posti di lavoro e promuovere uno sviluppo sostenibile”.
La Ceo dello studio professionale con sede a Napoli sottolinea anche come l’invito sia rivolto a “istituzioni, attori economici, società civile verso una discussione costruttiva sulla riduzione delle disuguaglianze regionali. Solo attraverso azioni concrete possiamo costruire un’Italia più equa e inclusiva, ricordando il monito dello Svimez, che di recente ha messo in evidenza come dal 2002 al 2021 il Mezzogiorno ha perso 1,1 milioni di residenti (808 mila under 35, di cui 263 mila laureati)”.
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