Violenze estremisti ebrei incomparabili con crimini del 7 ottobre

Bruxelles, 11 dic. (askanews) – Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha confermato oggi, incontrando la stampa a Bruxelles, che Italia, Francia e Germania hanno indirizzato all’Alto Rappresentante per la Politica estera dell’Ue, Josep Borrell, una lettera per esprimere il loro forte sostegno all’iniziativa del Servizio europeo di azione esterna di istituire un regime sanzionatorio contro Hamas, i gruppi affiliati e ai suoi sostenitori, al fine di stigmatizzare politicamente gli attacchi del 7 ottobre scorso, isolare Hamas a livello internazionale e privarlo del sostegno finanziario e logistico da parte di terzi.

Tajani, invece, pur condannando le violenze dei coloni israeliani contro i palestinesi in Cisgiordania, ha detto di non sostenere l’iniziativa della ministra degli Esteri belga Hadja Lahbib, che stamattina, arrivando al Consiglio Ue, aveva annunciato di voler chiedere ai colleghi dei Ventisette di segnalare e proibire l’accesso all’area Schengen dei “coloni violenti”, dopo che il Belgio ha già deciso di vietare il loro ingresso sul suo territorio. Secondo l’Onu, ha riferito Lahbib, gli atti di violenza dei coloni “estremisti e violenti” sono passati oggi da tre a sette al giorno.

“Noi – ha detto Tajani ai giornalisti – abbiamo espresso sempre la condanna per queste azioni, e abbiamo sempre chiesto a Israele di bloccare le violenze dei coloni che rischiavano di far peggiorare la situazione in Cisgiordania”. Ma secondo il ministro queste violenze non sono comparabili ai “crimini immondi” compiuti durante l’attacco terroristico di Hamas il 7 ottobre.

Alle domande dei giornalisti sulla proposta belga, il ministro ha risposto che “la scelta che si deve fare è ben diversa”, e che “non c’entra bandire dall’area Schengen” i coloni. “Io condanno le violenze e le altre intemperanze, ma non è un’organizzazione terroristica quella dei coloni. E’ una scelta che non condivido, quella di usare violenza o di aggredire la popolazione palestinese che vive là, ma non possiamo equiparare Hamas ai coloni di Israele che vivono là”.

“Insomma, le due cose sono ben diverse. Perché Hamas si è macchiato di crimini immondi: andare a cercare la gente casa per casa, uccidere i bambini di tre mesi, violentare donne e poi ucciderle e giocare a pallone con i seni delle donne, mi pare sia una cosa che grida vendetta e non può essere veramente accettata da nessuno. Quindi è giusta la reazione di Israele contro Hamas, non è giusto quello che stanno facendo i coloni ebrei contro la popolazione civile, come ho detto fin dall’inizio, ma – ha ribadito Tajani – non si può mettere sullo stesso piano il colono con il terrorista di Hamas”.

“Io credo – ha osservato poi il ministro – che la soluzione debba essere quella di uno Stato palestinese che comprenda Cisgiordania e Striscia di Gaza. Ci può essere una soluzione temporanea con la presenza delle Nazioni Unite; però l’obiettivo finale deve essere quello di dare concretezza alla speranza che vogliamo dare al popolo palestinese: cioè di avere uno Stato che riconosce Israele, e riconosciuto da Israele, in modo che” i due Stati “possano vivere in futuro in pace”.

“Quindi – ha aggiunto Tajani – non siamo favorevoli al riconoscimento unilaterale dello Stato palestinese, ma vogliamo che si trovi una soluzione per arrivare alla pace in Medio Oriente, avendo un dialogo forte anche con tutto il mondo arabo e con i paesi musulmani. Non si deve far nessuna guerra di religione, come vuole Hamas; si tratta di vivere in pace e contemperare gli interessi del popolo israeliano che ha il diritto ad avere, dopo quello che è accaduto durante la Seconda guerra mondiale, un suo Stato in una terra dove vivere in pace, e il diritto del popolo palestinese di avere una sua terra dove vivere in pace”.

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