Il 20 dicembre incontro a Palazzo Chigi, il 22 assembla soci Adi
Roma, 11 dic. (askanews) – Ultimatum al Governo di Fim, Fiom e Uilm sull’ex Ilva. Nell’incontro in programma a Palazzo Chigi il 20 dicembre, alle 11, l’esecutivo deve decidere il futuro di Taranto. Basta rinvii. In caso contrario i sindacati non staranno con le mani in mano. Una posizione unitaria ribadita dai segretari generali delle tre categorie dei metalmeccanici di Cgil, Cisl e Uil (Roberto Benaglia, Michele De Palma e Rocco Palombella) nel corso di una conferenza stampa davanti alla Galleria Sordi, convocata in un primo momento in piazza Colonna il cui accesso, però, non è stato consentito.
Due giorni dopo la riunione del 20 tra Governo e sindacati è in programma l’assemblea dei soci di Acciaierie d’Italia (Adi). “C’eravamo autoconvocati davanti alla presidenza del consiglio – ha detto il numero uno della Fiom, Michele De Palma – ci sono stati vari rinvii delle assemblee dell’ex Ilva. Oggi siamo arrivati qui e ci siamo trovati nell’impossibilità di poter essere davanti a Palazzo Chigi. Ci è arrivata la convocazione per il 20 dicembre. In quell’incontro o c’è una risposta che dà garanzie rispetto alla salita del socio pubblico dentro Arcelor Mittal e, quindi, dentro Adi o non resteremo fermi. Il Governo deve prendere in mano la gestione dell’azienda con un elemento di garanzia per i lavoratori e le produzioni”.
De Palma ha avvertito che il sindacato “non andrà via fino a quando non ci saranno questi elementi”. Ogni giorno, hanno riferito i sindacati, si verifica un incidente negli impianti dell’azienda siderurgica. “Bisogna intervenire per garantire la salute e sicurezza dei lavoratori – ha aggiunto De Palma – l’azienda ha un comportamento antisindacale perché non rispetta i delegati. Pensiamo che il 20 dobbiamo avere le risposte definitive sulla situazione che riguarda Ilva a partire dalla gestione che per noi, dopo la scelta evidente di Mittal di non investire sugli impianti italiani, ha come unica soluzione possibile la gestione da parte del pubblico. Non è più il tempo di rimandare”.