A Natale il 40% delle vendite annue, ordini in linea con 2022
Roma, 11 dic. (askanews) – Boom di ordini per il Culatello di Zibello Dop a Natale, un quantitativo che sfiora il 40% dell’intera vendita annua. IL Consorzio di Tutela del Culatello di Zibello, l’ente che rappresenta le 23 aziende produttrici della Dop, spiega in una nota che se nel 2022 il Consorzio aveva fatto registrare un record produttivo con 102.591 pezzi sigillati, le previsioni del 2023 si attestano intorno agli 80mila.
Un numero che secondo Romeo Gualerzi, presidente del Consorzio, conferma la crescita post Covid: “l’anno scorso, dopo il periodo pandemico, di fatto abbiamo consumato tutte le riserve visto l’altissimo numero di richieste, pertanto il livello produttivo ottenuto finora è ottimo: sono cifre eclatanti che speriamo di incrementare ancora di più nel 2024. Siamo andati molto bene anche sul prodotto affettato, ormai in costante crescita, che a settembre era arrivato a 877.432 vaschette per un totale di oltre 100mila chilogrammi di Culatello di Zibello Dop. Numeri destinati a crescere con il Natale, che rappresenta circa il 40% delle vendite annue: parliamo di un regalo molto ambito durante le feste, con ordini già in linea con quelli del 2022”.
L’aumento dei costi della materia prima ha avuto un impatto anche sulle aziende del Consorzio: le stime parlano di un incremento del 15% nel solo 2023 e più in generale i prezzi sono raddoppiati nell’ultimo triennio. Inoltre le imminenti modifiche al disciplinare, che tra le altre cose comprenderanno anche un’analisi genetica del suino per rafforzare le caratteristiche peculiari del prodotto, così da offrire una qualità ancora maggiore, hanno inciso sulla produzione.
“Certamente la congiuntura sfavorevole nell’approvvigionamento della materia prima non ha aiuto. In ogni caso il focus del Consorzio è sulla qualità della Dop – conclude Gualerzi – per cui accogliamo con favore modifiche che possano migliorare il Culatello di Zibello. Inoltre avendo una produzione maggiormente contenuta rispetto ad altre realtà, l’aumento dei prezzi del suino ha conseguenze minori: il nostro posizionamento va a coprire la nicchia dell’alta salumeria, che risente meno di specifiche problematiche”.