Consenso da Fi, silenzio della maggioranza
Roma, 6 dic. (askanews) – Chiudere il lavoro della Commissione Expo con un pacchetto di atti, il più trasversali possibili, “che possano raccogliere alcune proposte contenute nel faraonico progetto dell’Expo 2030 ma che sono importanti per le città, e che invitino il sindaco Roberto Gualtieri a sostenerle potendo far leva non tanto sulle esigue risorse comunali, quanto su alcuni dei partenariati esplorati nel percorso della candidatura”. E’ la proposta della presidente della commissione capitolina, la ex sindaca di Roma M5S Virginia Raggi, emersa nel corso della seduta dedicata all’audizione dei vertici del Comitato propotore e della Fondazione Roma Expo 2030, agli esiti della sconfitta della candidatura della Capitale.
“E’ trascorsa appena una settimana dal deludente verdetto su Expo2030 ma non possiamo e, soprattutto, non vogliamo vanificare quanto di buono fatto finora – ha dichiarato Raggi al termine della seduta di commissione -. I tanti progetti di pubblica utilità di cui abbiamo discusso durante le varie convocazioni della Commissione Expo 2030 rappresentano, infatti, un’indiscutibile occasione di sviluppo non solo per il quadrante di Tor Vergata, ma anche per l’intero territorio capitolino e, in quanto tale, sarebbe un peccato cestinarla velocemente e precludere così ai cittadini romani delle preziose e importanti opportunità di crescita urbana e sociale”.
La proposta di Raggi per i consiglieri della commissione è stata quella di condividere “alcuni atti miranti a evidenziare quali di questi progetti, sia quelli di competenza del Campidoglio che quelli spettanti a terzi quali, ad esempio, il progetto relativo alle Vele di Calatrava o al Parco solare e della comunità energetica – possano essere portati avanti a beneficio della città, indipendentemente dall’evento Expo”.
“Trasformare l’insuccesso di Parigi in iniziative concrete e utili per Roma sarebbe il miglior modo per smaltire, il prima possibile, una delusione ancora molto cocente”, ha concluso Raggi, che ha raccolto il consenso del consigliere di Noi Moderati-Fi Marco Di Stefano, ma il silenzio dei commissari di maggioranza presenti alla seduta.