Cresce il volume delle tredicesime, 8 miliardi per i doni sotto l’albero
Roma, 6 dic. (askanews) – Un Natale senza pessimismo, ma con qualche incertezza per il futuro. E’ questo quello che si prospetta per molte famiglie italiane che vedranno, quest’anno, aumentare il volume delle tredicesime e che, grazie anche alla frenata dell’inflazione, spenderanno in totale 8 miliardi di euro per i regali, pari a 186 euro a testa. E’ quanto emerge dall’indagine su tredicesime e consumi di Natale dell’Ufficio Studi di Confcommercio.
Cresce, nel 2023, il volume delle tredicesime di dipendenti e pensionati: oltre 50 miliardi di euro, in aumento rispetto ai 47,4 miliardi del 2022. L’incremento è legato – spiega l’Ufficio Studi di Confcommercio – all’aumento degli occupati, ai nuovi pensionati con migliori storie contributive, al taglio del cuneo fiscale e al crollo dell’inflazione. Aumenta così la quota di tredicesima disponibile per i consumi, che sale a 43,6 miliardi contro i 34,9 del 2022. Ecco, allora, che i consumi da tredicesima, per famiglia, passano a 1.882 euro dai 1.598 dello scorso anno. La spesa per i regali di Natale cresce, così, a 8 miliardi di euro, dai 7,1 del 2022, con 186 euro a testa da destinare ai doni sotto l’albero.
Sul fronte dei consumi, “ci aspettiamo in termini reali non di tornare ai livelli del 2019, però siamo molto sopra al 2022. Complessivamente il quadro non è affatto pessimistico, non è affatto negativo. Possiamo legittimamente aspettarci un buon dicembre. Questo sarebbe di ottimo auspicio in vista di un complicato 2024”, ha spiegato il direttore dell’Ufficio Studi, Mariano Bella. Del resto, stando ai dati dell’Associazione, la spesa totale dei primi nove mesi dell’anno è superiore dello 0,6% rispetto al 2019.
Tuttavia l’84,1% degli italiani prevede un Natale molto dimesso, quota pressochè stabile se guardiamo allo scorso anno con un dato dell’86,3%. Stabile anche la propensione a fare i regali: una spesa che piace affrontare al 40,1% degli italiani.
Per il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, “crescita dell’occupazione, taglio del cuneo fiscale e contributivo, frenata dell’inflazione rafforzano la fiducia per i consumi di Natale. Anche i minori costi energetici contribuiscono a ridurre l’incertezza per il 2024, che sarà un anno certamente impegnativo soprattutto per la difficile situazione internazionale”.