Ma condivido necessità rafforzamento poteri presidente Consiglio, ho fatto quel mestiere
Roma, 5 dic. (askanews) – “Io condivido la finalità della ipotizzata riforma costituzionale che è quella di rafforzare i poteri del primo ministro. Ho fatto l’esperienza di quel mestiere e so che la disciplina della figura è inadeguata al ruolo che il presidente del Consiglio sempre più si è trovato a svolgere”, “deve essere una figura più forte non un primus inter pares”. Lo ha detto l’ex premier e presidente emerito della Corte costituzionale, Giuliano Amato, nel corso delle audizioni in commissione al Senato sui ddl di riforma della Costituzione.
“Devo anche dire che trovo naturale che il rafforzamento del presidente Consiglio possa toccare, riducendoli, alcuni dei poteri dell’attuale capo dello Stato. E’ a mio avviso sbagliato – ha aggiunto – dire che lo si deve rafforzare ma non si può toccare nulla di ciò che attiene alle prerogative del capo dello Stato. Questo non è possibile”.
“Io questo lo do per acquisito e scontato e, tuttavia, penso che l’elezione diretta del primo ministro – ha spiegato Amato – sia una tale alterazione degli equilibri di fondo del nostro sistema costituzionale da incidere negativamente sul capo dello Stato in relazione a quello che è il ruolo complessivo dello stesso capo dello Stato” ovvero “in relazione all’efficacia di quel potere di influenza, più che di quello di decidere che è molto limitato, che il capo dello Stato è venuto esercitando riempiendo in modo efficacie con il passare degli anni quella figura di garanzia unitaria che era poi quella con cui i costituenti dettero corpo al presidente della Repubblica ben diverso dal capo dello Stato del regime statutario di prima”.
“Il potere di influenza del capo dello Stato – ha osservato – è quello che ne ha fondamentalmente costruito anche l’immagine davanti agli italiani e che ne ha reso indiscutibile la figura più rispettata e più amata dagli italiani”.
L’elezione diretta del presidente del Consiglio, secondo Amato, “va a corrodere proprio la piattaforma su cui si colloca la figura del capo dello Stato” perché “nel sistema costituzionale attuale l’unico organo a derivazione diretta popolare è il Parlamento, gli altri hanno tutti una legittimazione che tutta, o parzialmente, deriva dal Parlamento”.