Calo demografico colpisce Sudcorea, ma anche Nordcorea lo ammette
Roma, 5 dic. (askanews) – L’andamento demografico delle due Coree proietta ombre sul futuro della quarta economia asiatica ma anche sul quello del regime di Kim Jong Un, che per la prima volta ha apertamente ammesso che esiste un calo della popolazione.
L’autorità statistica sudcoreana la scorsa settimana ha segnalato che il tasso di fertilità delle donne sudcoreane è sceso a 0,70, un minimo storico per qualsiasi terzo trimestre e lo stesso del trimestre precedente, anch’esso un minimo record trimestrale. Su base annua il tasso è stato pari a 0,78 nel 2022 e 0,81 nel 2021.
Meno nascite significa meno bambini che frequentano la scuola, e dati separati pubblicati all’inizio di questa settimana mostrano che il numero di bambini che entreranno nella scuola elementare il prossimo anno sarà per la prima volta inferiore a 400mila.
Sebbene la Corea del Sud non sia l’unica economia dell’Asia orientale con sfide demografiche, un rapporto pubblicato domenica dalla Banca di Corea prevede che l’economia del paese probabilmente inizierà a contrarsi nel 2050, se le tendenze attuali continueranno. Il rapporto sottolinea l’ansia provata dai giovani riguardo al lavoro e all’alloggio come fattori chiave alla base del basso tasso di natalità. Ha inoltre evidenziato come i genitori utilizzino in media solo 10 settimane delle 52 settimane di congedo parentale retribuito legalmente garantite,
La scorsa settimana il New York Times ha pubblicato iun editoriale che ha suscitato molta preoccupazione in Sudcorea, con il titolo “La Corea del Sud sta scomparendo?” Nell’editoriale, si ipotizza che la Corea del Sud vivrà “uno spopolamento superiore a quello che la peste nera portò all’Europa nel XIV secolo”.
La questione ha immediatamente acceso un dibattito in un paese che vive una delicata fase politica. E, se molti osservatori hanno posto l’accento sul rischio che la carenza di giovani provochi dei problemi di sicurezza nel mantenimento di una forza sufficiente rispetto al rischio di conflitto con la Nordcorea, altri hanno segnalato l’impatto devastante che un calo così marcato potrebbe avere sulla sanità e sul welfare, oltre che sulla capacità industriale del paese.
Ma se Atene piange, Sparta non ride. E anche la Corea del Nord appare preoccupata per il declino demografico, sia pur meno marcato. Proprio in questi giorni si è tenuto a Pyongyang la Quinta Conferenza nazionale delle Madri. Il leader supremo Kim Jong Un è intervenuto in apertura invitando le madri a contribuire alla lotta contro il calo della popolazione, facendo figli, e in chiusura segnalando che “il principale compito rivoluzionario (delle madri) è quello di preparare bene le nuove generazioni affinché siano la forza principale della nostra società e ci facciano mantenere il nostro forte Stato”.
E’ impossibile avere dati precisi e attendibili sulla popolazione nordcoreana, ma il tasso di fertilità totale della Corea del Nord sarebbe arrivato a 1,8 nel 2023, secondo i dati pubblicati sul sito web delle Nazioni Uniti. Fondo per la popolazione. Comunque, è la prima volta che Kim allude esplicitamente a un calo della popolazione nordcoreana.
Un’assise come quella che si è tenuta a Pyongyang domenica e lunedì è rara. La prima volta è stata convocata nel 1961, l’ultima prima di quella di quest’anno nel 2012.