É a Spoleto in Umbria. L’ad: ora vogliamo andare nella gdo all’estero
Milano, 1 dic. (askanews) – Il miglior frantoio biologico del mondo si trova in Umbria ed è il Frantoio del Poggiolo di proprietà della famiglia Monini. A stabilirlo è il World’s best olive oil, ranking internazionale basato sulla somma dei punteggi ottenuti negli otto più importanti concorsi di olio extravergine a livello globale. Parliamo di Evooleum, Expoliva, Mario Solinas Award, Ovibeja, ArgOliva, Leone d’Oro, SIAL Olive D’Or, Sol D’Oro.
Il Frantoio del Poggiolo che si è aggiudicato il primato mondiale ha sede a Spoleto ed è qui che la famiglia Monini sperimenta i propri metodi di produzione, realizzando una linea di monocultivar biologici. Un risultato che cade in un’annata contraddistinta da forti criticità climatiche e che è frutto di un percorso di ricerca, investimento e passione, che ha portato gli extravergini “frantoniani” di Monini (monocultivar coratina, frantoio e nocellara) a scalare la classifica mondiale dell’olio: la monocultivar coratina è stato eletto secondo miglior extravergine biologico al mondo, mentre la monocultivar Frantoio si è aggiudicato il quinto posto.
“Il World best olive oil – ha dichiarato Zefferino Monini, amministratore delegato dell’azienda di famiglia, ma anche artefice degli extravergini Monini – è una vera e propria autorità nel settore e questo riconoscimento, basato su criteri oggettivi e superpartes, ci riempie di orgoglio e dimostra come la qualità sia un obiettivo verso il quale anche una grande realtà come la nostra può e deve tendere. Sappiamo di essere conosciuti dal grande pubblico come marchio ‘industriale’, termine che nel sentire comune stride con il concetto di artigianalità: in realtà siamo un’azienda familiare che da tre generazioni crea olio extravergine con competenza e passione, cercando di applicare i migliori standard qualitativi in tutti i segmenti di prodotto, da quello del largo consumo come il Classico a piccole produzioni di nicchia come le Monocultivar, figlie del nostro Frantoio”.
Il riconoscimento apre le porte, per l’azienda, a nuovi possibili scenari commerciali: “Vorremmo portare le nostre monocultivar nelle più importanti insegne della distribuzione all’estero – ha detto l’ad – dove crediamo che questo tipo di prodotto premium made in Italy abbia buoni margini di crescita, forti della nostra organizzazione distributiva”.