La collettiva dal 7 dicembre al Margutta Veggy Food and Art

Roma, 30 nov. (askanews) – Otto nomi della street art italiana hanno “rieditato” la nascita più importante della Cristianità alla luce (e alle ombre) della società di oggi. Si intitola “Nativitag”, crasi letteraria che unisce il tema della Natività al linguaggio stilistico degli artisti, la nuova mostra del Margutta Veggy Food and Art, a Roma, ideata e organizzata da Tina Vannini e curata da Simona Micheli dell’Associazione culturale Fram!Lab. La collettiva, che comprende 24 opere, aprirà giovedì 7 dicembre e sarà visitabile sino a venerdì 12 gennaio. In mostra Mr Klevra, Maupal, Elettra Orlandi, Mauro Sgarbi, Darehood, Zoe, Uman e Giusy Guerriero. Ingresso libero, tutti i giorni dalle 10 alle 23.

La mostra intende proiettare lo spettatore in una dimensione nuova, poiché ogni artista ha elaborato le proprie opere interpretando il tema della natività attraverso il proprio pensiero e le proprie emozioni. In base a questa libertà, Mr Klevra raffigura lo sguardo essenziale di una Madonna triste e in apprensione, mentre Maupal la propone armata di bomboletta spray accanto un tag all’insegna della fluidità di genere. La Madonna di Elettra Orlandi, invece, è intenta all’allattamento del nascituro ed è avvolta da un manto blu che si scopre serpente. Poi, se Mauro Sgarbi propone una nascita cosmica, tra costellazioni e galassie, Darehood restringe il raggio d’azione e ci ricorda la guerra tra Israele e Palestina. Tra le opere in mostra, anche i pulcini stilizzati ed enigmatici di Zoe, il ritratto, intenso e quasi apocalittico, della donna con nascituro di Uman e l’attesa essenziale e spoglia di Giusy Guerriero, che ritrae contemporaneamente una donna-contenitore e il bebè-contenuto.

“La mostra di Natale, appuntamento che è divenuto da noi ormai tradizione, quest’anno ha cercato di lanciare un grido di speranza, scegliendo il linguaggio diretto, graffiante, puro e poetico di 8 Street Artist – ha spiegato Tina Vannini, ideatrice del progetto e titolare de Il Margutta – alla luce dei recenti accadimenti, italiani e mondiali, e delle tante storie di violenza e di morte a cui assistiamo, anche causate dalle (dubbie?) moralità e ideologie di singoli, gruppi e nazioni, la Natività deve raccontare la stessa grande Storia ma deve proporre anche sfaccettature diverse, così da unirci in un coro unanime, senza distinzioni di età, etnie e religioni, e nel rispetto dei Credo di ognuno”.

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