Investimento da 16 mln su un complesso di 12mila mq, sarà pronto nel 2025

Milano, 29 nov. (askanews) – Come sarà fatta la pasta in futuro e quali merendine accompagneranno l’infanzia delle prossime generazioni? In che modo il packaging diventerà più sostenibile e inclusivo per i consumatori? Il luogo dove si studiano le risposte a tutte queste domande è il nuovo centro di innovazione e sviluppo di Barilla, una struttura di 12mila metri quadrati a Parma, presso la sede centrale, dove tra laboratori e impianti pilota, verranno concentrate tutte le competenze tecniche del gruppo, quella cioè da cui partirà l’innovazione globale firmata Barilla.

Si tratta di un investimento di 16 milioni di euro che verrà completato a settembre del 2025, dove a regime lavoreranno 200 persone, tra cui anche giovani profili altamente specializzati. In realtà, se l’edificio di ricerca e sviluppo sarà consegnato fra meno di due anni, l’area dei laboratori centrali è già operativa da qualche settimana. Ed è qui che siamo entrati per capire come nasce l’innovazione e come in futuro potrà indirizzare il mercato di pasta, sughi e prodotti da forno.

In questi laboratori i profumi dello stabilimento accanto restano fuori dalla porta. Questo è lo spazio per gli strumenti di precisione, per misurare, valutare e testare. Come il rugosimetro, strumento mutuato dal mondo della meccanica di precisione, messo a punto per misurare la rugosità della pasta, ad esempio quella trafilata al bronzo lanciata all’inizio del 2022. O ancora la macchina che saggia la consistenza della pasta, un’attività manuale fino a poco tempo fa, prevalentemente femminile, oggi affidata a uno strumento che misura l’energia necessaria per comprimerla una volta cotta: in sostanza un metodo scientifico per una prima indicazione sui minuti di cottura. Passando dalla pasta ai pesti, è la volta del dispositivo per valutare l’impronta aromatica del basilico, l’intensirà del suo profumo nelle varie fasi di raccolta o di crescita, per scegliere il momento migliore per farlo finire in un vasetto.

Certo il gusto non è solo un fatto tecnico. E anche se la qualità di un prodotto industriale deve essere standardizzata per essere garantita sempre, agli strumenti tecnologici si devono affiancare necessariamente anche i cinque sensi, quelli di assaggiatori esperti che restituiscono un parere sul prodotto, in fase di test, prima della decisione finale di metterlo sul mercato. Ma anche questo non basta: “Oggi non si valuta più solo il prodotto in sé, ma l’esperienza di consumo”, afferma Francesca Vitali responsabile r&d sensory del gruppo Barilla. Questo richiede una capacità di innovare che parte dalla scelta della materia prima e si conclude con le modalità di smaltimento del packaging; implica un lavoro di team interfunzionali, internazionali e aperti a collaborare con l’esterno per favorire una fertile contaminazione. Da qui la progettazione di un innovation center “trasparente, esteticamente attraente” che una volta completato “darà enormi benefici alla nostra idea di innovazione – ha spiegato Enrico Cademartiri sviluppo prodotti del gruppo Barilla – consentirà un modo migliore di fare le cose”.

Al suo interno ci saranno un’area di design thinking, nuovi spazi per le tasting session, aree per gli studi sensoriali, tre cucine, per la pasta, i prodotti da forno e i sughi, e un auditorium da 100 posti, mentre all’esterno si svilupperanno le aree per la ricerca di nuovi metodi per l’agricoltura innovativa. Tutto seguendo criteri di inclusività e sostenibilità che migliorano la qualità complessiva del lavoro. E l’ultima frontiera dell’innovazione, l’intelligenza artificiale? “Le nuove tecnologie digitali cerchiamo di utilizzarle al meglio ma per aiutare l’intelligenza umana – è la risposta di Cademartiri – ed è quello che stiamo già facendo per migliorare i nostri processi”. E siccome lo scenario esterno è in continua evoluzione ogni anno verranno investiti circa 2 milioni di euro per aggiornare gli impianti e avere linee pilota e sperimentali su tutte le categorie in cui Barilla opera nel mercato.

“L’innovazione – ha ripetuto Andrea Belli delle relazioni esterne del gruppo Barilla – non è uno sport individuale ma uno sport di squadra”. E per un’azienda familiare come Barilla alla quarta generazione aprirsi è una sfida strategica, quella che ne definirà il ruolo in un mercato globale, competitivo e, soprattutto per la pasta, con margini sempre più ridotti. Del resto, “Il leader – ha sottolineato Belli – non è solo leader nelle quote di mercato. E’ uno stato mentale che non passa solo dalle competenze specifiche”.

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