L’Oms e Programma alimentare mondiale disegnano una situazione “catastrofica”
Roma, 29 nov. (askanews) – Il prolungamento della tregua a Gaza ha consentito l’ingresso di nuovi camion di aiuti umanitari, tuttavia la situazione resta “catastrofica”, ha reso noto il Programma alimentare mondiale (Pam), stimando che “esiste il rischio di carestia”. “Da dieci giorni non abbiamo acqua, né cibo, né farina. La situazione è dura, molto dura”, ha detto all’AFP Achraf Selim, residente a Gaza. “Viviamo qui, ma allo stesso tempo non sentiamo di vivere. Non abbiamo acqua da bere, nessuno ci aiuta”, ha detto.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha affermato da parte sua di avere riscontrato un “massiccio aumento” di alcune malattie contagiose, tra cui 45 volte più casi del solito di diarrea tra i bambini piccoli. Questa mattina, il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha condiviso su X – l’ex Twitter – i dettagli sul numero di casi di diverse malattie a Gaza. I dati sono allarmanti: Infezioni respiratorie acute 111mila casi, scabbia 12mila, pediculosi 11mila, diarrea 75mila, eruzione cutanea 24mila, impetigine 2.500, varicella 2.500, ittero 1.100.
“Date le condizioni di vita e la mancanza di assistenza sanitaria, potrebbero morire più persone per malattie che per bombardamenti”, ha denunciato Ghebreyesus. A Gaza ci sono oltre un milione e mezzo di sfollati, 1,7 milioni circa, che versano in condizioni preoccupanti: scarseggiano cibo e farmaci, c’è l’emergenza sovraffollamento e ci sono gravi carenze igieniche. L’attuale tregua ha permesso a circa 200 tir al giorno che trasportavano aiuti umanitari di entrare nella Striscia. Ma le agenzie umanitarie sostengono che è necessario fare molto di più.