Silvestro: vendere un bene confiscato sarebbe sconfitta per lo Stato
Napoli, 27 nov. (askanews) – “Il ruolo del commercialista come amministratore giudiziario nelle aziende sequestrate è fondamentale perché ha le competenze tecniche e professionali affinché le stesse si possano salvare. Se l’azienda sequestrata ha una penetrazione importante da parte della malavita è più difficile che abbia un futuro. Se la malavita è entrata marginalmente, il compito dell’amministratore sarà molto più semplice. Con l’iniziativa odierna mettiamo in risalto questo ruolo in una regione come la Campania che, insieme a Lazio e Sicilia, detiene il 50% delle aziende sequestrate in Italia”. Sono le parole di Eraldo Turi, presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Napoli, che ha aperto i lavori del convegno “Problematiche gestionali di beni e aziende sequestrate. La realtà della Campania” promosso dall’Odcec di Napoli.
Sul futuro delle aziende sequestrate è intervenuto il senatore Francesco Silvestro (presidente della commissione Bicamerale per gli Affari regionali): “La Campania è al primo posto in Italia per strutture sequestrate. Solo in provincia di Napoli se ne contano oltre 1500. Il compito è quello di cercare di mantenerle attiva salvaguardando l’occupazione. Su questo punto molto devono fare gli enti locali lavorando in sinergia. A Ottaviano e Casalnuovo abbiamo molti esempi virtuosi in questo senso. L’indirizzo deve essere questo, vendere un bene confiscato alla mafia sarebbe una sconfitta dello Stato”.
Secondo Domenico Posca (Managing Partner Amministratori Giudiziari Network): “In Campania tra le aziende sequestrate, come risulta dai dati di Infocamere e AGN, abbiamo 600 imprese pienamente operative che sviluppano un fatturato di circa 1 miliardo di euro. I settori principalmente interessati sono il commercio e l’edilizia. Gestendo queste aziende si tende a tutelare questi posti di lavoro e, dove possibile, incrementarli. Per questo il ruolo degli amministratori è di fondamentale importanza per non depauperare ulteriormente i territori”.
Sulle criticità del sistema di monitoraggio si è soffermato Domenico Tarantino (Infocamere): “Il quadro che emerge è di migliaia di aziende sequestrate, cifre in costante aumento. Le informazioni non sono ben strutturate e quindi scontiamo un ritardo nell’aggiornamento e nell’analisi dei dati con il rischio per alcune di queste aziende di non essere intercettate e costrette a cessare le attività”.