Cerruti: necessario quadro chiaro per prospettive fenomeno
Milano, 26 nov. (askanews) – Le emittenti di Equity Crowdfunding in Italia che hanno concluso un round tra il 2014 e il 2020 hanno in media disatteso le proprie previsioni di crescita del 62% rispetto al primo anno post raccolta. Ma il 27% di queste risulta, nello stesso periodo, in crescita in termini di ricavi e marginalità a distanza di tre anni dalla campagna stessa. Tra loro il 48% (pari al 13% del totale) si è quotata in Borsa o è stata oggetto di operazioni di M&A. Questi i principali dati che emergono dal Report sulle performance dell’Equity Crowdfunding in Italia realizzato da Italian Tech Alliance, l’associazione italiana del venture capital, degli investitori in innovazione e delle startup e PMI innovative, e BizPlace, boutique di consulenza finanziaria specializzata in servizi per aziende innovative.
L’Equity crowdfunding pesa il 10% del valore complessivo degli investimenti in Italia nel 2023 e sono 840 le emittenti che hanno realizzato una campagna di finanziamento dal 2014 a oggi.
In media, rileva il rapporto, si osserva una scarsa capacità previsionale da parte delle emittenti di qualunque settore con un discostamento mediano rispetto alle proiezioni di fatturato ad un anno dalla raccolta del -62%. Dato che, tuttavia, è in miglioramento rispetto al -79% osservato nel periodo di riferimento precedente 2014-2019.
“In particolare in una fase complessa come quella attuale, anche per l’incidenza di fenomeni macroeconomici che rendono più complesso il quadro economico generale, è fondamentale avere disponibili strumenti come il report che abbiamo presentato oggi”, spiega Francesco Cerruti, Direttore Generale di Italian Tech Alliance. “Perché consentono di rendere disponibili con chiarezza numeri, dati e informazioni sull’andamento del settore, offrendo agli investitori uno strumento per orientare e guidare le proprie scelte e le proprie strategie”.
Nel caso specifico dell’Equity Crowdfunding, aggiunge Cerruti, “la recente entrata in vigore della nuova regolamentazione europea rende ancora più centrale la necessità di fornire un quadro il più chiaro possibile rispetto a performance e prospettive del fenomeno”.