Decisione Corte Appello Roma per pastore sardo, detenuto da 32 anni,

Roma, 25 nov. (askanews) – La Corte d’Appello di Roma, dove è in corso il processo di revisione contro la condanna all’ergastolo di Beniamino Zuncheddu per la ‘strage di Sinnai’ del 1991, ha concesso la sospensione della pena per il pastore sardo, in carcere da 32 anni. Nell’ultima udienza davanti alla Corte d’Appello di Roma, il 21 novembre scorso, Zuncheddu, difeso dall’avvocato Mauro Trogu, aveva presentato una richiesta per la sospensione della pena. La svolta, nel corso del processo di revisione, è arrivata il 14 novembre quando il testimone chiave, Luigi Pinna, ha ammesso che “prima di effettuare il riconoscimento dei sospettati, l`agente di polizia che conduceva le indagini mi mostrò la foto di Beniamino Zuncheddu e mi disse che il colpevole era lui. È andata così”. Pinna ha poi aggiunto di “aver sbagliato a dare ascolto alla persona sbagliata. Penso che quel giorno a sparare furono più persone, non solo una, ma il killer aveva il volto coperto da una calza”.

Zuncheddu, 59 anni, è stato arrestato il 28 febbraio 1991 per il triplice omicidio di Gesuino Fadda, Giuseppe Fadda, Ignazio Pusceddu, avvenuto a Sinnai, in provincia di Cagliari, l`8 gennaio del 1991. Ad accusare Zuncheddu l’unico sopravvissuto alla strage, proprio Pinna, che in un primo momento ha affermato di non poter riconoscere il killer perché con il volto coperto da un collant, ma successivamente ha puntato il dito contro Beniamino dopo un riconoscimento fotografico e all`americana.
Così per Zuncheddu, malgrado abbia continuato a dichiararsi innocente, il 16 giugno del 1992 è arrivata la condanna definitiva all`ergastolo da parte della Corte d`Assise d`Appello di Cagliari. Nel 2017 l`avvocato Trogu, su richiesta della sorella di Beniamino, Augusta, ha assunto la difesa di Zuncheddu, per riaprire il caso.

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