Contabilità dettagliata dei contribuenti per accedere a concordato preventivo biennale

Roma, 23 nov. (askanews) – L’ambito fiscale italiano sta vivendo un periodo di significative trasformazioni, soprattutto per i titolari di partita IVA che operano in regime forfettario. Il nuovo decreto legislativo, parte integrante della riforma fiscale (legge 111/23), approvato in Consiglio dei Ministri il 2 novembre, introduce il concetto di concordato preventivo biennale. Questa misura implica una revisione sostanziale nelle pratiche contabili dei contribuenti forfettari. A seguito di queste modifiche, da gennaio 2024, i contribuenti forfettari dovranno implementare la fatturazione elettronica, un cambiamento che rappresenta solo una parte delle nuove sfide che dovranno affrontare. Questo obbligo si aggiunge ai requisiti informativi del quadro Rs, elemento diventato cruciale per l’Agenzia delle Entrate.

Per accedere al concordato preventivo biennale, i contribuenti forfettari dovranno mantenere una contabilità dettagliata dei costi operativi. Il concordato preventivo biennale serve a stabilire un accordo tra il fisco e il contribuente per definire l’imponibile fiscale per i successivi due anni. L’articolo 8 del decreto legislativo specifica che l’Agenzia delle Entrate fornirà i software necessari per raccogliere i dati essenziali all’elaborazione della proposta di concordato. I dati richiesti per il concordato preventivo biennale probabilmente seguiranno gli stessi principi degli indici sintetici di affidabilità fiscale, obbligando i forfettari a registrare accuratamente i costi di esercizio. Non osservare queste nuove regole espone a rischi significativi. Il primo rischio è quello di una valutazione eccessiva del reddito, non considerando i costi operativi. Il secondo rischio è l’esclusione dal concordato preventivo se emergono discrepanze tra i dati forniti e quelli in possesso dell’Agenzia delle Entrate.

Giampiero Teresi, riconosciuto esperto in materia forfettaria, autore del sito https://www.regime-forfettario.it/, commenta così le novità: “Con l’introduzione della fatturazione elettronica e l’accesso al concordato preventivo biennale, le semplificazioni contabili per i titolari di partita IVA in regime forfettario si riducono notevolmente. Dal primo gennaio 2024, emettere fatturazione elettronica diventerà obbligatorio per i forfettari, e per accedere al concordato preventivo biennale, introdotto con la legge 111202 del 2 novembre, sarà necessario indicare una serie di spese aziendali nel quadro RS entro il 15 marzo di ogni anno. L’Agenzia delle Entrate fornirà un software per la raccolta dei dati necessari. Non indicare le spese sostenute può portare a due rischi principali: una stima eccessiva del reddito, ignorando le spese sostenute, e la preclusione dall’utilizzo del concordato preventivo a causa di dati non coerenti con quelli dell’Agenzia delle Entrate”.

Queste innovazioni normative richiedono una nuova consapevolezza e accuratezza da parte dei contribuenti forfettari, sottolineando l’importanza di adeguarsi prontamente per evitare conseguenze negative e assicurare una gestione fiscale efficace.

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