Con la mostra “Duilio Cambellotti. Infiniti mondi” al Museo del Vino

Milano, 19 nov. (askanews) – A Torgiano (Perugia), Città del Vino e uno dei Borghi più belli d’Italia, dal 25 novembre al 22 marzo 2024 si terrà la seconda edizione della manifestazione culturale “Torgiano Winter”, che propone sette appuntamenti tra mostre, incontri con musicisti, giornalisti, critici d’arte e divulgatori scientifici. Tutte le iniziative sono organizzate dalla Fondazione Lungarotti, con il sostegno della Fondazione Perugia e del Gruppo Lungarotti, e la collaborazione del Comune di Torgiano.

“La varietà di argomenti caratterizza anche questa edizione che spazierà tra arte, musica, letteratura e divulgazione scientifica” ha affermato Teresa Severini, consigliere della Fondazione Lungarotti, spiegando che “Torgiano si apre al pubblico in diversi luoghi e, in abbinamento agli incontri, saranno proposti momenti conviviali con aperitivi e cene per dare voce anche ai prodotti del territorio”.

Si parte il 25 novembre con l’inaugurazione della mostra “Duilio Cambellotti. Infiniti mondi” a cura di Maria Grazia Marchetti Lungarotti e Francesco Tetro, allestita al Museo del Vino di Torgiano fino al 1 marzo 2024. L’esposizione dedicata all’artista romano propone 61 opere tra scultura, arte grafica e medaglistica ed è organizzata dalla Fondazione Lungarotti in collaborazione con l’Archivio del XX secolo di Latina, l’Archivio dell’opera Duilio Cambellotti, e la Galleria Russo di Roma, con il sostegno della Direzione generale educazione, ricerca e istituti culturali del ministero della Cultura.

“Ricordo ancora un pomeriggio di sole, a Roma, a Valle Giulia, dove, nell’entrare alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna, mi accolse la Fonte della palude di Duilio Cambellotti: la forza che il bronzo emanava mi fece intuire la grandezza dell’Artista e mi accese il desiderio di approfondirne la conoscenza” ha detto Maria Grazia Marchetti Lungarotti, ricordando che “avviai le mie ricerche che mi portarono all’incontro con Francesco Tetro, analitico studioso del cammino e dell’intera e articolata opera di Cambellotti”. “Oggi, a distanza di tanti anni, progettare e curare questa mostra con Tetro mi riporta a quei tempi” ha proseguito, concludendo che “evidenti sono le affinità elettive per una poliedricità di settori in molti dei quali mi ritrovo: poliedricità che in Cambellotti si esprime in termini di sintesi e funzionalità e che in campo museografico, al Muvit, trova ampio riscontro nella pluralità di settori che ho affrontato. Ringrazio Tetro per avermelo permesso”.

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