E specie fossorie come volpi e nutrie
Roma, 17 nov. (askanews) – La Regione Emilia Romagna, con propria delibera, ha messo a disposizione delle Province risorse per 1,1 milioni di euro per i piani di controllo regionali per la fauna selvatica. Si tratta di 600mila euro per il 2023 e 500mila euro per l’anno successivo rivolti al depopolamento dei cinghiali, la cui grande diffusione provoca non solo danni alle coltivazioni, ma è un punto critico per la diffusione del virus della Peste suina africana (Psa), e a quello di animali fossori come volpi e nutrie che scavano tane negli argini di fiumi e canali.
“Le convenzioni con le amministrazioni provinciali – spiega l’assessore regionale all’Agricoltura e caccia, Alessio Mammi – permettono una maggiore incisività d’azione, fornendo alle polizie provinciali risorse fondamentali per dare attuazione ai piani di controllo sui propri territori. Questo con l’intento fondamentale di ridurre sia la presenza di cinghiali, a partire dai territori di Parma e Piacenza, aree di maggiore criticità dovuta all’estendersi del virus della peste suina africana, sia di operare per la riduzione dei danni derivanti dalle specie fossorie, nutrie e volpi, che creano non pochi problemi alla rete idraulica regionale”.
Il contenimento numerico delle specie fossorie è strettamente collegato alla manutenzione delle vie d’acqua, per la prevenzione di allagamenti e cedimenti e per la sicurezza viaria e ferroviaria.
Per quanto riguarda i cinghiali, i finanziamenti alle Province rappresentano una novità introdotta a partire dal 2023, per dare risposta a quanto previsto dal Piano regionale di interventi urgenti per ridurre i rischi di diffusione della Psa. La ripartizione dei fondi nelle province segue due diversi criteri.