Fine delle relazioni trimestrali per le aziende quotate
Roma, 17 nov. (askanews) – La Dieta giapponese ha avviato le deliberazioni su due progetti di legge relativi alle imprese con l’idea di alleggerire gli oneri di rendicontazione sulle società quotate e abbreviare il tempo necessario affinché le startup si quotino in borsa. Una delle misure allo studio nella sessione straordinaria è una revisione della legge sugli strumenti finanziari e sugli scambi, che porrebbe fine all’obbligo per le società quotate di presentare relazioni trimestrali che rivelino dettagli aziendali e informazioni finanziarie.
Il disegno di legge è stato licenziato dalla commissione per gli affari finanziari della Camera alta, indicando un’alta probabilità che venga definitivamente approvato.
La proposta di modifica prevede che a partire da aprile vengano eliminate le relazioni trimestrali relative al primo e al terzo trimestre dell’anno fiscale, con il contenuto riepilogato nei rendiconti finanziari. Le società quotate sarebbero obbligate a presentare relazioni semestrali, che da tempo sono un obbligo per le società non quotate.
Si prevede che i rapporti del primo semestre saranno gli stessi, per contenuto e volume, degli attuali rapporti del secondo trimestre.
Attualmente, il contenuto delle relazioni trimestrali si sovrappone a quello dei rendiconti finanziari, rendendo la preparazione dei documenti un onere superfluo. La revisione mira a rendere più snella l’informativa da parte delle società quotate. L’idea era stata sollevata come parte del “nuovo capitalismo” sostenuto dal primo ministro Fumio Kishida.
I legislatori stanno anche discutendo una proposta di revisione legale che mira a ridurre il tempo necessario affinché le startup si quotino in borsa. La legge attuale prevede un periodo di un mese tra l’approvazione e la quotazione per consentire il tempo per la comunicazione con gli azionisti e le pratiche burocratiche presso le istituzioni finanziarie.
Un lungo periodo prima della quotazione espone gli investitori ai rischi derivanti dalle fluttuazioni del mercato, che possono portare a fissare i prezzi di offerta più bassi in previsione di tale rischio. Si pensa che ridurre il tempo necessario affinché una startup venga quotata in borsa porterebbe a prezzi più adeguati.