Oggi a Bari la giornata conclusiva dell’Apulia Digital Experience

Bari, 12 nov. (askanews) – “ADE è una iniziativa molto importante, e ringrazio Rai Com e Apulia Film Commission per averla ideata e realizzata, perché effettivamente è il momento della convergenza, già da tempo, dei linguaggi dell’audiovisivo classici, del cinema, delle serie e dei videogiochi. Una convergenza che si fa nella produzione, perché ci sono ormai dei software in grado di fare sia cartoni animati sia giochi, e anche nelle linee narrative con frequenti rimandi”. Così ad askanews Luca Milano, direttore di Rai Kids, parlando a margine di ADE, Apulia Digital Experience 2023, la prima conferenza internazionale del made-in-Italy dedicata all’innovazione digitale nelle industrie creative, che si chiude oggi a Bari.

“Ora – ha detto Milano – il nodo è duplice: da una parte garantire in un mercato in cui le grandi ditte di videogiochi sono poche e quasi tutte americane e asiatiche uno spazio per l’Europa e uno spazio anche per la produzione nostra, anche italiana e per i nostri autori; e dall’altra tenere presente quei valori di formazione, di educazione che sono insiti nell’offerta per ragazzi della Rai, come degli altri servizi pubblici europei, in modo che non ci siano prodotti o ambienti nei quali poi invece siano più i rischi che le cose che si imparano”.

“La Rai – ha spiegato ancora Milano – già adesso è il principale produttore di cartoni animati e uno dei principali a livello europeo. Il nodo è capire che in un contesto più immersivo e anche social ci sono anche dei rischi per quanto riguarda il controllo e la gestione dei dati dei ragazzi; che tipo di controlli avere nei social, nelle chat che sono spesso collegate ai giochi; se c’è un invito come a volte capita nel mondo degli sport a fare scommesse online. Quindi tutto questo mondo è bene che il servizio pubblico lo segua per proporre anche la stessa capacità di intrattenimento con un po’ di educazione e sicuramente una grande sicurezza per i ragazzi e per le famiglie”.

“Nel momento stesso in cui i ragazzi spesso tendono a isolarsi e a creare anche una mancanza di socialità – dopo la pandemia ne abbiamo ancora le tracce soprattutto tra i ragazzi delle scuole medie (dagli 11 ai 13 anni) – dobbiamo fare in modo che l’offerta audiovisiva e anche il gaming siano offerte che invitino allo stare insieme, a conoscersi, alla solidarietà, e non al rinchiudersi oppure a coltivare l’aggressività che a volte viene invece suscitata”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *