In primi 9 mesi -5,6% a volume, serve aggiornamento normativa
Milano, 7 nov. (askanews) – Un tavolo al ministero dell’Agricoltura sulla filiera della IV gamma, il comparto che comprende verdura, ortaggi e frutta freschi conservati in sacchetti pronti all’uso, a cui sieda anche la grande distribuzione. L’obiettivo: “valorizzare una filiera corta e stressata” che oggi “sta soffrendo”. A chiederlo è il direttore generale di Unione italiana food, Mario Piccialuti, in occasione di un’iniziativa del gruppo IV gamma presso lo stabilimento di Ortoromi a Borgoricco, nel Padovano. Una richiesta che lo stesso Piccialuti ha detto di portare avanti ormai da due anni ma che si fa ancora più urgente alla luce degli ultimi dati del comparto: al 30 settembre infatti il fatturato è sceso a 850 milioni di euro, con una perdita che se a a valore è stata dello 0,8%, a volume ha toccato un -5,6% rispetto allo stesso periodo del 2022.
“Chiediamo al governo di metterci intorno a un tavolo”, ha detto spiegando che “si tratta di “un tavolo simile a quello convocato dal Masaf di recente sulla filiera grano-pasta. Riguarda esclusivamente una filiera, in questo caso la IV gamma, ma per quanto ci riguarda deve comprendere anche l’ultimo anello e quindi le rappresentanze della distribuzione”. Il motivo è lo stesso Piccialuti, in rappresentanza del gruppo IV gamma di Unionfood, a chiarirlo: “La grande distribuzione ci deve essere non solo perché ha una quota di mercato e quindi ha un suo interesse attraverso il marchio privato, ma anche perché c’è una gestione di un prodotto deperibile che nelle ultime fasi è affidata proprio a loro”. Oggi la grande distribuzione, attraverso la propria private label, copre il 70% del mercato dei prodotti di IV gamma che ha chiuso il 2022 con un fatturato che ha sfiorato il miliardo. Ed è proprio lei che deve garantire il mantenimento della catena del freddo nelle fasi di commercializzazione, catena del freddo che l’industria raccomanda di rispettare fino al momento del consumo.
Oggi, come ha detto Piccialuti, il comparto della IV gamma sta soffrendo. Da una parte l’inflazione e la conseguente erosione del potere d’acquisto delle famiglie che penalizza un prodotto ad alto contenuto di servizio con un prezzo medio che è più alto del corrispondente prodotti di prima gamma, frutta e verdura fresca sfusa. Ma “c’è anche una pressione enorme sul valore della filiera: il rovescio di avere una filiera cortissima come questa è la pressione esercitata sia dall’agricoltura che dalla gdo. Non esiste settore stressato dalla programmazione degli ordini come la IV gamma”. Per l’industria questa difficoltà è in parte imputabile proprio al ruolo della grande distribuzione, forte della sua posizione dominante sul mercato. “Ci sono catene che entro sera ci mandano un pre-ordine con un margine di sicurezza dell’80% sugli ordini e per noi è molto importante – ha detto Cristiano Detratti, ad di Ortoromi azienda associata al gruppo IV Gamma di Unionfood – ma ci sono catene che alle 11 del mattino, ma anche prima di mezzogiorno non hanno mandato gli ordinativi e questo è un problema per noi che abbiamo un importante apporto del lavoro dell’uomo”.
In questa fase di “sofferenza” del comparto, il gruppo IV gamma di Unionfood arriverà al tavolo governativo con una proposta di aggiornamento della della legge 77 del 2011 e della normativa prevista dal decreto ministeriale 3746 del 2014. “Vorremmo portare una proposta di miglioramento, anzi di vero e proprio aggiornamento della legislazione vigente sulla IV gamma”, ci ha spiegato precisando subito che “l’aggiornamento normativo che vogliamo proporre al ministero non fa sconti alla sicurezza e alla qualità, anzi tutti coloro che non si adeguano possono essere tagliati fuori perchè l’obiettivo principale è portare a vantaggio del consumatore tutti gli investimenti in sicurezza e qualità fatti dalle aziende”.
Nel dettaglio, la richiesta principale riguarda la vita a scaffale dei prodotti. “Vorremmo che si portasse da sei a otto giorni la shelf life di questi prodotti in modo da ridurre lo spreco alimentare – ha detto – ma ci sono richieste che riguardano anche il processo di lavorazione, come la fase di lavaggio, temi che riguardano il tempo di lavorazione, le temperature di conservazione”. C’è poi un ulteriore punto che sembra di mera nomenclatura ma che nasconde una delle principali innovazioni che negli ultimi anni sta attraversando il settore, quella delle colture idroponiche. “Si sono sviluppate nuove tecniche come l’idroponica, il vertical farming che prevedono una produzione in ambiente chiuso e protetto, senza o poco uso di acqua – ha affermato Piccialuti – quel prodotto per sua natura non viene lavato in vasca come avviene nella IV gamma tradizionale per cui paradossalmente non posso immetterlo sul mercato perchè tecnicamente i prodotti di IV gamma sono lavati e pronti all’uso. Quiindi c’è bisogno di un aggiornamento terminologico che se non avvenisse taglierebbe fuori tutto il vertical farming”.