Stop quota 103, Opzione donna e Ape sociale

Roma, 16 ott. (askanews) – Una manovra per il 2024 di oltre 24 miliardi di euro (forse anche 25) che ha come ‘piatto forte’ la conferma per il prossimo anno del taglio del cuneo contributivo, l’avvio della revisione delle aliquote irpef con l’accorpamento dei primi due scaglioni nella tassazione del 23% (quindi per i redditi fino a 28.000 euro), oltre 3 miliardi per la sanità e 5 miliardi per il rinnovo dei contratti pubblici.

A queste voci se ne aggiungono altre di minore entità, come le risorse per le spese indifferibili (il finanziamento delle missioni internazionali, quello a sostegno dell’Ucraina), 200 milioni per il rifinanziamento dei bonus energia per il primo trimestre dell’anno, gli sgravi per le imprese che aumento gli assunti a tempo indeterminato, la decontribuzione per un anno per le donne con due figli (fino a dieci anni di età del più piccole) e permanente se hanno tre figli (fino a diciotto anni), l’asilo nido gratis dal secondo figlio, lo scorporo dei titoli di Stato dal calcolo Isee, l’ulteriore potenziamento dei congedi parentali, la proroga della carta ‘dedicata a te’ per l’acquisto dei generi alimentari. Si riduce dal prossimo anno il canone Rai che si paga attraverso la bolletta elettrica: passa da 90 a 70 euro l’anno.

Ma la novità emersa oggi riguarda le modalità di copertura con una stretta sulle pensioni. Confermato che gran parte della manovra, 15,7 miliardi, sarà fatta a deficit, come prevede la Nadef, e che un’altra quota viene reperita dalla decurtazione del 5% delle spese discrezionali di Ministeri e enti territoriali. Emerso durante la conferenza stampa seguita al Cdm alcuni elementi nuovi come lo stop a quota 103 e la fine di Opzione donna e dell’Ape sociale. In più arriva un taglio lineare di 260 euro delle detrazioni Irpef per i contribuenti con redditi superiori a 50.000 euro.

In particolare, dal prossimo anno non si potrà più andare in pensione con 41 anni di contributi e 62 di età (appunto quota 103). Come ha spiegato il Ministro dell’economia, Giancaro Giorgetti, il requisito contributivo è confermato ma sale l’eta anagrafica e contestualmente viene introdotto un sistema di incentivi a posticipare l’uscita dal lavoro. Quindi “non sarà quota 104 piena – ha detto Giorgetti – Ci sarà un meccanismo di incentivo a restare al lavoro, nella logica del bonus Maroni, e una penalizzazione per chi decide di andare in pensione”.

Le altre misure, Opzione donna e Ape sociale, saranno sostituite da un unico strumento di accompagnamento alla pensione con flessibilità in uscita. Per quanto riguarda il meccanismo di indicizzazione all’inflazione per il 2024 viene rimodulato assicurando il 100% alle pensioni fino a 4 volte il minimo, il 90% tra 4 e 5 volte il minimo e a scendere gli i trattamenti di maggiore importo. Confermata la super rivalutazione per gli over 75.

La proroga (per il solo 2024) del taglio del cuneo fiscale, di 6 punti percentuali per i redditi fino a 35.000 euro e di 7 punti fino a 25.000 euro consentirà ai lavoratori di avere i circa 100 euro in più in busta paga (per i redditi di 27.500 euro lordi) considerando anche l’applicazione dell’aliquota al 23% fino a 28.000 euro. Un avvio della riforma dell’irpef verso l’obiettivo della flat tax a fine legislatura, che però vale solo per il 2024.

Per i redditi sopra 50.000 euro lo sgravio derivante dall’accorpamento dei primi due scaglioni sotto l’aliquota del 23% (anzichè il 25% tra 15.000 e 28.000 euro) verrà neutralizzato con il taglio delle detrazioni, una “franchigia”, come l’ha chiamata Giorgetti, di 260 euro. L’intervento, anzi, consentirà anche di ‘fare cassa’, di “realizzare un po di risorse in favore delle fasce più basse”.

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