Iran: basta violenze su Gaza o conflitto si estenderà
Roma, 13 ott. (askanews) – Nel giorno in cui tutti gli occhi sono puntati su Gaza e sull’ordine di evacuazione lanciato da Israele per la popolazione civile di Gaza City, si anima il secondo e temuto possibile fronte del conflitto tra Hamas e lo stato ebraico, quello con Hezbollah.
Oggi il movimento islamista con base in Libano ha fatto sentire la sua voce e attraverso le parole del vice segretario Sheikh Naim Qassem ha annunciato che il gruppo è “pronto” e “contribuirà” ai combattimenti contro Israele quando lo deciderà. Hezbollah sta monitorando da vicino le azioni di Israele passo dopo passo e conosce il proprio ruolo, le proprie responsabilità e quando arriverà il momento giusto e deciderà, agirà: “Hezbollah è completamente preparato per qualsiasi scenario”, ha detto il numero due.
Parole che arrivano dopo l’incontro del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, con il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir-Abdollahian a Beirut. Il capo della diplomazia di Teheran, Paese alleato del movimento sciita, ha minacciato che se gli attacchi israeliani alla Striscia di Gaza non si fermeranno immediatamente, la violenza potrebbe estendersi ad altre parti del Medio Oriente.
Il ministro ha detto: “La cosa divertente è che nel momento in cui l’America chiede alle parti l’autocontrollo, sta permettendo ai criminali della falsa entità sionista di uccidere donne, bambini e civili a Gaza”. Secondo quanto riporta Ap, Amirabdollahian ha aggiunto che “se questi crimini di guerra commessi dall’entità sionista non si fermeranno immediatamente, allora possiamo immaginare qualsiasi possibilità”.
Amirabdollahian ha discusso con il leader del gruppo Hezbollah della instabile situazione in Medio Oriente e “dell’aggressione israeliana a Gaza e dei brutali crimini commessi contro il suo popolo”.
Sui timori di un’espansione del conflitto si è espresso nuovamente anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che si trova in Israele. “Ci auguriamo che non ci siano iniziative da parte di Hezbollah, lì ci sono 1.300 soldati italiani che fanno parte dell’Unifil, sono portatori di pace e garanzia di pace. L’Italia lavora in favore di una de-escalation, ma dipende molto da quello che faranno gli Hezbollah. Il nostro appello è a tutti a non avviare una nuova stagione che possa incendiare il Medio Oriente”.