L’Italia unico paese che potrebbe vedere raccolta in lieve ripresa
Roma, 12 ott. (askanews) – Scarsa disponibilità, prezzi alti, consumi interni in calo. Il 2023/24 si presenta con un altro anno difficile per l’olio di oliva europeo. Nel complesso, la produzione di olio d’oliva in Unione Europea è stimata a 1,5 milioni di tonnellate: +9% su base annua, ma il 2022/23 si era chiuso con un pesantissimo -39%. E, dato che le scorte iniziali sono basse, la disponibilità di olio potrebbe essere la più bassa degli ultimi anni (-33% sotto la media quinquennale). In questo contesto, ovviamente, la previsione è che i prezzi dell’olio d’oliva rimarranno a livelli elevati nella prossima campagna di commercializzazione.
A dare i numeri di un settore che arranca è la Commissione Europea, nell’ultimo rapporto sulle prospettive agricole. A pesare sulla produzione di olio d’oliva dell’UE nel 2023/24 sono gli eventi meteorologici negativi che si sono verificati nei paesi produttori durante il ciclo di crescita delle olive. Spagna, Portogallo e Grecia hanno sofferto di un primavera estremamente secca e calda. La pioggia poco prima e durante l’estate, seguita da nuove ondate di caldo, non ha migliorato la situazione in Spagna e Portogallo. Un clima che, tra l’altro, favorisce lo sviluppo della mosca dell’olivo e dei parassiti. Di conseguenza, Spagna e Portogallo non riusciranno a raggiungere il pieno potenziale. Oggi il ministero spagnolo dell’Agricoltura ha reso noto che nel paese la produzione 2023/24 sarà pari a 765.300 tonnellate, con una crescita del 15% sul 2022. In Grecia, che è nell’anno di scarica, il calo produttivo previsto è pari a circa il 20%. Solo la produzione italiana potrebbe crescere.
Secondo il rapporto della Commissione, un andamento delle importazioni previsto stabile rispetto allo scorso anno potrebbe sostenere l’offerta di olio in Europa, soprattutto grazie ad un raccolto leggermente migliore in Tunisia. Ma nel complesso, visti gli alti prezzi e i volumi ridotti dovuti anche alle basse scorte, è previsto un ulteriore calo delle esportazioni dell’UE (a 540.000 tonnellate, -10%) e dei consumi (-6%) che erano già diminuiti significativamente nel 2022/23.
L’effetto sui prezzi è già evidente: la combinazione di basse giacenze e aspettative di un raccolto inferiore alla media nella campagna 2023/24, stanno facendo raggiungere ai prezzi alla produzione massimi storici in tutte le categorie e in tutti i paesi dell’UE. Ad esempio, a Jaen, la più grande regione produttrice di olio dell’UE, i prezzi hanno raggiunto a fine agosto circa 820 euro a quintale per l’olio extravergine di oliva, euro 760 a quintale per l’olio vergine e 730 euro per l’olio lampante. In tutti i casi, questi prezzi sono quasi 3 volte superiori alla media quinquennale e sono i prezzi più alti di sempre, scrive la Commissione.
Il quadro negativo sull’export appariva chiaro già in primavera, si spiega, visto che tra aprile e giugno 2023 le esportazioni mensili di olio dell’UE sono diminuite di circa il 40% rispetto agli stessi mesi del 2022, con un calo complessivo ottobre-giugno di circa il 23%.