Scelta oggi largamente condivisa, specialmente tra i giovan
Roma, 12 ott. (askanews) – Il nucleare deve fare parte del nuovo mix energetico dell’Italia “e io credo che questa scelta oggi sia una scelta largamente condivisa. Dei sondaggi ce lo dicono, soprattutto tra le nuove generazioni, che sono più consapevoli di noi, evidentemente”, su questi temi. Lo ha affermato il ministro di Imprese e made in Italy, Adolfo Uerso, intervistato da Sky Tg24.
“Accade in buona parte del resto d’Europa”. Sulle centrali atomiche “noi dobbiamo avere una visione di neutralità tecnologica e utilizzare tutto quello che la scienza, la tecnologia, l’impresa ci fornisce. Ovviamente – ha proseguito Urso – con l’obiettivo di rispettare sempre più l’ambiente e di raggiungere quella autonomia strategica nel campo dell’energia che è fondamentale per lo sviluppo della nostra società, del nostro sistema produttivo e anche per le nostre libertà. Abbiamo visto quello che è accaduto dopo l’invasione russa in Ucraina. E c’è costato molto caro, quanto abbiamo dovuto faticare per affrancarci dal carbonfossile, dal gas russo”.
“Dobbiamo evitare che accada la stessa cosa su altri fronti, per cui in prospettiva mi immagino un paese che sempre più punti sulle rinnovabili, che saranno una delle principali fonti energetiche, che utilizzi l’energia che è proprio sotto i suoi mari”. Infatti uno dei primi interventi del governo “è stato quello di riaprire la strada per quanto riguarda la trivellazione sicura nel Mar Adriatico – ha rivendicato Urso – per aumentare la produzione del gas. Così come di qualunque altra fonte energetica. E tra questa sicuramente c’è anche il nucleare”.
Il nucleare “di quarta generazione, ancora più sicuro, che tanti altri paesi europei hanno deciso di realizzare nel proprio territorio. Noi consumiamo energia nucleare importata da altri Paesi, pensiamo alla Francia, ma non soltanto la Francia, che producono energia nucleare a poche decine di chilometri da Torino e a pochi chilometri da Trieste, la Slovenia. Cioè noi viviamo in un’Europa con le centrali nucleari, peraltro di vecchia generazione, di seconda generazione, che producono a poca distanza dei nostri confini, nella stessa nostra Europa. Quindi il fatto che Trieste abbia il nucleare qualche decina di chilometri a est o a ovest, che rifornisce le nostre imprese siderurgiche, non credo che cambi molto le cose. Energia in maniera continuativa per le imprese e per le famiglie. Io faccio soltanto una logica di buon senso – ha concluso il ministro – e il buon senso mi dice che una centrale nucleare a 10 km a est o a 10 km a ovest della città italiana non cambia nulla”.