Dal 13 al 17 ottobre la fiera dedicata all’ospitalità con 2.100 espositori

Milano, 12 ott. (askanews) – Mancano meno di ventiquattr’ore al taglio del nastro di Host 2023, a fieramilano a Rho da venerdì 13 a martedì 17 ottobre: la 43esima edizione si presenta alla linea di partenza con numeri paragonabili al 2019, riconfermandosi ai mercati come la piattaforma business to business di riferimento per l’ospitalità professionale, il fuori casa, il retail e il contract.

Per questa edizione ai nastri di partenza sono oltre 2.100 gli espositori, dei quali il 40% internazionali da 50 Paesi. Oltre all’Italia, i primi cinque Paesi per numero di espositori annoverano Germania, Spagna, Francia e Stati Uniti, seguono Svizzera, Paesi Bassi e Portogallo, cui si aggiungono Turchia e Cina. Le aziende vedono in HostMilano anche un’opportunità di fare business ‘mondo su mondo’: incontreranno infatti più di 700 top buyer altamente profilati da 75 Paesi di tutti i continenti.

La sempre crescente internazionalità sarà sottolineata dalla partecipazione alla cerimonia di inaugurazione di Matteo Zoppas, presidente di Ice-Ita Agenzia. Una prima giornata che entra nel vivo con l’approfondimento sulle tendenze emergenti più interessanti, con i contributi di chef stellati e pluridecorati pastry chef, mixologist e baristas, oltre ad autorevoli esperti ed accademici.

Dall’intelligenza artificiale alla robotica, dai nuovi materiali riutilizzabili o riciclati in ottica di economia circolare alle soluzioni per il massimo risparmio di energia e acqua, fino alla progettazione che utilizza i big data per creare format e layout sempre più esperienziali e multisensoriali, quella di quest’anno si annuncia come un’edizione all’insegna dell’innovazione sostenibile e della transizione digitale, che anticipa le esigenze di un mercato in pieno rilancio.

Secondo dati di Export Planning, il commercio mondiale delle filiere rappresentate a HostMilano ha toccato nel 2022 un nuovo massimo, pari a 178,3 miliardi di euro, a livelli ampiamente superiori a quelli pre-pandemici: 38 punti percentuali superiore al 2019. il food service equipment in senso stretto è stimato da future market insights in circa 44 miliardi di dollari (76 miliardi nel 2032, +5,6% medio) ai quali il made in Italy contribuisce per più del 10% (4,6 miliardi di euro, dato ufficio studi Anima Assofoodtec).

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