Voci di negoziati su ostaggi e poi smentite
Roma, 9 ott. (askanews) – Israele minaccia un’operazione di terra nella Striscia di Gaza entro 24-48 ore, intanto lancia un assedio del territorio palestinese controllato da Hamas, mentre cresce il rischio di un nuovo fronte nel nord del Paese, anche se il gruppo libanese Hezbollah ha negato di aver lanciato operazioni in territorio israeliano. Al terzo giorno di guerra dopo l’attacco lanciato sabato scorso contro Israele da Hamas, il bilancio dei morti è arrivato a 800 israeliani e 500 palestinesi, i feriti rispettivamente oltre 2.400 e almeno 2.300.
Resta incerto il numero degli ostaggi israeliani e questo è uno dei principali nodi da sciogliere. Hamas ha sostenuto ieri che sono almeno 100 e oggi che quattro sono morti in un bombardamento israeliano su Gaza. La Jihad islamica ha parlato invece di 30 ostaggi.
In giornata si sono rincorse indiscrezioni su negoziati per il rilascio degli ostaggi, poi un altro funzionario di Israele ha dichiarato che “non esiste alcuna negoziazione” con Hamas. La smentita, riferisce il Times of Israel, arriva dopo che Reuters ha confermato una precedente indiscrezione dell’agenzia di stampa cinese Xinhua, secondo cui mediatori del Qatar sarebbero in contatto con funzionari di Hamas nel tentativo di garantire il rilascio delle donne e dei bambini israeliani tenuti in ostaggio a Gaza in cambio di 36 donne e bambini palestinesi detenuti nelle carceri israeliane.
Secondo il quotidiano egiziano Al Ahram, che cita una fonte anonima, Il Cairo ha avviato negoziati con Israele e i movimenti armati palestinesi in vista di uno scambio tra ostaggi israeliani e prigionieri palestinesi e dell’instaurazione di un cessate-il-fuoco. Dopo una terza giornata di combattimenti con i miliziani infiltrati in Israele, il portavoce delle Forze di difesa israeliane ha annunciato che l’esercito ha ripreso il pieno controllo delle città israeliane al confine con la Striscia di Gaza, avvertendo però che alcuni di loro potrebbero essere ancora nel paese, e ha riferito del richiamo di 300.000 riservisti dell’esercito, in quella che Haaretz ha definito la coscrizione “più grande e più veloce mai vista” nella storia di Israele.
Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha ordinato un assedio totale alla Striscia di Gaza occupata da Israele. “Niente elettricità, niente cibo, niente gas, tutto è chiuso. Stiamo combattendo animali con sembianze umane e agiamo di conseguenza”.
Nel primo pomeriggio, per la prima volta le sirene anti-razzo sono state attivate nelle città settentrionali di Israele, vicino al confine con il Libano, e l’esercito israeliano ha riferito di aver ucciso “diversi sospetti armati che si erano infiltrati nel territorio israeliano dal territorio libanese”. Poco dopo una fonte di Hezbollah ha fatto sapere che il gruppo sciita libanese non ha lanciato alcuna operazione in Israele. Quindi le forze israeliane hanno annunciato attacchi contro obiettivi nel territorio del Libano, senza fornire ulteriori dettagli.
Sul fronte interno, la coalizione del primo ministro Benjamin Netanyahu sta negoziando con il partito di opposizione Unità Nazionale dell’ex ministro della Difesa Benny Ganz, per formare un governo di emergenza da tenere in carica finchè dura la guerra, ma l’opposizione chiede di escludere i membri della coalizione di estrema destra Itamar Ben-Gvir e Bezalel Smotrich.