Benedetto Delle Site: tornare alle nostre radici dell’economia civile

Roma, 9 ott. (askanews) – “Il tipo di economia che è alla base della globalizzazione e che, come ci ha mostrato Stiglitz, ha mantenuto profonde diseguaglianze nel mondo, non è l’unica forma possibile del capitalismo”. Lo ha affermato Benedetto Delle Site, presidente nazionale del Movimento Giovani dell’Ucid (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti) intervenendo alla tavola rotonda con il Premio Nobel per l’Economia Joseph Stiglitz e i giovani di Bcc e Confcooperative nell’ambito dell’edizione 2023 del Festival Nazionale dell’Economia Civile, svoltosi a Firenze dal 28 settembre al 1 ottobre.

“Dobbiamo tornare – ha sottolineato il leader dei giovani imprenditori cattolici – alle nostre radici, alla tradizione italiana dell’Economia civile. Ci sono esempi di imprenditori illuminati e Adriano Olivetti non è il solo, che considerano l’impresa parte attiva nella promozione del bene comune. L’impresa, ci insegna la dottrina sociale della Chiesa, riceve dal territorio in cui opera e ha il dovere di restituire, contribuendo non solo al miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori bensì allo sviluppo civile del mondo circostante”.

Secondo Delle Site “occorre recuperare il rapporto tra impresa, territorio e comunità. Il tipo di globalizzazione che voleva spezzare questo legame è stato definitivamente messo ko dalla pandemia. Tale modello, astratto, privo di un volto, non è resiliente alle crisi globali come quelle, ad esempio, innescate da una pandemia o da altre crisi. Dobbiamo favorire un ecosistema che incentivi davvero le scelte responsabili, che favorisca gli imprenditori e non gli speculatori contro i quali si trovano a competere purtroppo i buoni imprenditori. Una distinzione, quella tra imprenditore e speculatore, molto cara al Papa”.

“Solo con i giovani – ha concluso il presidente dei giovani Ucid – è possibile un patto per cambiare la governance e gettare le basi di una nuova economia che, a partire dai territori, si estenda a livello mondiale e soprattutto sappia coniugare creazione di valore economico e creazione di valore sociale”.

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