Perdite in settori a alte emissioni. Da Pnrr tra +51 e +122mila posti

Roma, 9 ott. (askanews) – In Italia la riduzione della CO2 generata dalle attività produttive è attribuibile prevalentemente all’utilizzo di fonti energetiche meno inquinanti e non ha avuto finora effetti di rilievo sul lavoro. mentre solo nei comparti ad alte emissioni si è osservata una riduzione dei posti di lavoro. Lo sostiene uno studio pubblicato dalla Banca d’Italia, “La transizione verde e il mercato del lavoro italiano”, nella collana Questioni di economia e finanza.

“Nel complesso – si legge – la transizione ecologica sembrerebbe associarsi a una ricomposizione dell’occupazione a favore di professioni più qualificate”.

Lo studio stima che il Pnrr dovrebbe creare tra 51 mila e 122.000 posti di lavoro supplementari sulla produzione di beni e servizi legati alle telematiche ambientali, prevalentemente concentrati su costruzioni e sui settori di ricerca e sviluppo.

“La transizione verso un’economia a zero emissioni, obiettivo principale del Green Deal europeo, avrà conseguenze importanti per l’occupazione – dice Bankitalia – influenzandone sia i livelli sia la composizione. Dopo aver illustrato i possibili meccanismi economici da un punto di vista teorico, il lavoro fornisce un’analisi empirica delle tendenze osservate in Italia e nelle altre principali economie dell’area dell’euro nel periodo 2011-2021”.

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