Al via in Bocconi l’undicesima edizione del Salone della Csr
Milano, 4 ott. (askanews) – Più fatti, più in fretta: la necessità di perseguire con maggiore impegno ed efficacia gli obiettivi di sostenibilità ambientale, sociale ed economica è il sentimento comune ad una quota sempre crescente degli italiani. La metà della popolazione italiana – il 46 per cento – si dichiara pronta a scendere ad ulteriori compromessi sullo stile di vita a beneficio dell’ambiente tramite il minor consumo di energia, mangiando meno carne, limitando la plastica monouso. Ma una quota importante di cittadini manifesta in modo esplicito anche scetticismo nei confronti del reale impegno di istituzioni e imprese: mediamente per gli italiani meno di un’azienda su 3 sia davvero impegnata nella trasformazione sostenibile. E’ quanto è emerso dalla nuova ricerca Ipsos sull’atteggiamento degli italiani verso la sostenibilità realizzata per l’edizione nazionale de Il Salone della CSR e dell’innovazione sociale 2023 e presentata all’Università Bocconi in apertura della manifestazione.
La ricerca ha evidenziato diversi aspetti positivi: il 58% degli italiani ha già investito o sta investendo per rendere la propria casa energeticamente efficiente, il 60% è pronto a rinunciare ai viaggi in aereo, il 59% a sostituire l’auto con il treno per le lunghe percorrenze. A fronte dell’impegno individuale, è però richiesto un impegno pubblico: per finanziare la trasformazione sostenibile, oltre tre italiani su dieci sarebbero favorevoli ad aumentare le tasse sui patrimoni e a tagliare la spesa per la difesa, per la pubblica amministrazione locale e per beni artistici e culturali statali. Niente tagli invece per la spesa pensionistica, l’istruzione e la sanità, le aree più preziose per gli italiani, da salvaguardare anche in un’ottica di sostenibilità. In generale, per la metà degli italiani le tre transizioni ritenute più urgenti – quella energetica, quella ecologica e quella per la riduzione della povertà – stanno avvenendo in modo troppo lento. Per abitare il cambiamento è necessario un cambio di marcia.
“Quest’anno i temi della sostenibilità sono tornati a guadagnare spazio – commenta Andrea Alemanno, Service Line Head di Ipsos -. Nella narrazione attuale della trasformazione sostenibile, però, si è sempre posto l’accento più sugli elementi di cambiamento che non sui costi o sui benefici economici. Quanto costi la trasformazione, e quanto costerebbe la non trasformazione sostenibile, dovrà essere un tema centrale nelle riflessioni future, per dare un quadro reale della situazione. C’è bisogno di uno scatto di concretezza, per evitare facili illusioni, tentazioni di greenwashing, e per accelerare i progressi”.
L’indagine mette in luce anche alcune criticità. Sul piano sociale, ad esempio, solo in pochi (5%) dedicano il proprio tempo o la propria professionalità per progetti a favore della comunità o per valorizzare il patrimonio culturale del proprio territorio (4%). Non va però sottovalutato che esiste apertura da parte degli italiani rispetto alle suddette attività: circa 6 persone su 10 si dichiarano molto o abbastanza disponibili. Una potenzialità che necessita di essere coordinata e facilitata. L’altro dato in negativo riguarda l’aumento degli “scettici” sul tema della sostenibilità: se nel 2018 rappresentavano circa un italiano su dieci, oggi rappresentano più di un italiano su cinque.
Cosa possono fare le aziende, le associazioni ma anche i singoli individui per contribuire allo sviluppo sostenibile? Per dare risposta a questa domanda, Il Salone della CSR e dell’innovazione punta sulla concretezza. Lo ha fatto nel corso dei mesi, con il Giro d’Italia della CSR alla scoperta dell’impegno sostenibile dei territori. E lo fa in questi tre giorni a Milano, con i 115 eventi all’università Bocconi, strutturati in 12 aree tematiche per far sì che dalle storie di successo dei partecipanti – 284 organizzazioni tra profit e non profit con oltre 500 relatori – possano nascere indicazioni utili a chiunque si occupi di ambiti centrali come la casa, la città, la cultura, la comunità, il territorio, l’impresa, la finanza, l’energia, l’agrifood, la digitalizzazione, la mobilità e le infrastrutture, la formazione e la comunicazione.
Come focus per l’edizione 2023 il Salone della Csr ha deciso di mettere al centro dell’attenzione proprio l’urgenza del cambiamento, condizione necessaria per andare verso uno sviluppo sempre più sostenibile, come ricorda il titolo dell’undicesima edizione, “Abitare il cambiamento”.
“Il Salone è sempre di più una palestra per confrontarsi non solo un palcoscenico dove valorizzare esperienze di successo – commenta Rossella Sobrero, del Gruppo promotore del Salone -. E proprio dal confronto tra chi sta sperimentando modalità innovative nella gestione della propria organizzazione emerge quanto il cambiamento sia spesso una strada in salita: il Salone sarà quindi l’occasione per ascoltare i ritorni positivi dell’agire responsabile ma anche le difficoltà incontrate e le azioni messe in campo per superarle”. Perché abitare la sostenibilità, oggi, significa portarla nelle nostre case, nelle nostre scuole, nelle nostre aziende e nelle nostre piazze. Anche la scelta di offrire a tutti i partecipanti la possibilità di misurare la propria Carbon Footprint, grazie alla nuova Station installata al Salone in collaborazione con AWorld, va nel senso della concretezza: ogni persona può fare la differenza ed è necessario l’impegno di tutti, a cominciare dai giovani. Che al Salone saranno protagonisti con numerose iniziative che li vedono coinvolti, come il progetto Meet the CSR Leaders e la sfida finale di Hackathon for Impact.
Gli incontri del Salone si svolgono dal 4 al 6 ottobre 2023, sono aperti al pubblico e visibili anche in streaming; il programma degli appuntamenti è consultabile online sul sito www.csreinnovazionesociale.it Il Salone della CSR e dell’innovazione sociale è promosso da Università Bocconi, Sustainability Makers, Global Compact Network Italia, ASviS, Fondazione Sodalitas, Unioncamere, Koinètica.