Progetto del Consorzio per ceppi resistenti a cambiamenti climatici

Milano, 29 set. (askanews) – Sono stati presentati a un convegno organizzato all’Istituto “Penna” di Asti, i risultati finali dello studio “Ageba – Recupero e valorizzazione del germoplasma antico di Barbera per l’adattamento al cambio climatico”, progetto con cui il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato si è prefissato di individuare ceppi di Barbera particolarmente resistenti ai cambiamenti climatici ed esenti da malattie.

Il progetto ha avuto inizio a maggio del 2022 ed è stato portato avanti per tutta la campagna viticola 2023. L’indagine consiste nell’affrontare il cambiamento climatico dal punto di visto genetico, recuperando e valutando la variabilità intravarietale del vitigno Barbera, per programmare poi la propagazione di ceppi appartenenti al periodo pre selezione clonale, ovvero prima degli anni Settanta del secolo scorso. Si suppone infatti che questi ceppi siano portatori di caratteri utili per resistere a fenomeni climatici estremi, all’aumento delle temperature, e alla riduzione della piovosità, ed esenti dalle principali virosi e dalla flavescenza dorata/legno nero e perciò ideali per costituire i nuovi cloni per la Barbera.

A fianco di questo progetto principale, si è delineato un secondo filone sperimentale, che prevede due tipi di interventi in vigneti di Barbera già esistenti: “la potatura tardiva per posticipare la fase di gemmazione ed evitare i danni causati dalle sempre più frequenti gelate primaverili”, e “la sperimentazione di trattamenti fogliari in vigneto su Barbera, con biostimolanti a base di idrolizzati nei momenti di maggiore stress termico e idrico della pianta, per mitigarne gli effetti negativi dello stress sulla pianta”.

I risultati degli studi hanno permesso di ottenere una migliore conoscenza genetica del vitigno Barbera, e allo stesso momento è stata messa in luce la necessità di ampliare il tempo di sperimentazione per l’ottenimento di risultati scientificamente rilevanti. Nel primo caso si è individuato un periodo di tempo tra i cinque e i sette anni, affinché si possa propagare e creare un vigneto sperimentale valutandone le performance produttive, e nel secondo caso si ritiene necessario un periodo di almeno tre anni.

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