Nella modularità il fattore vincente per spazi resilienti, flessibili e riconfigurabili

Roma, 27 set. (askanews) – L’ospedale di prossima generazione sarà digitale, sostenibile, ma soprattutto resiliente, per far fronte con flessibilità ai continui cambiamenti dello scenario sociale, urbano, ed epidemiologico. Sarà un’architettura della salute aperta e integrata con l’ecosistema esterno, ma soprattutto, una “città nella città” destinata a diventare un vero e proprio driver di rigenerazione urbana: un Campus della Salute, che metterà il paziente al centro.

Sono solo alcune delle linee guida per la meta progettazione dell’Ospedale di Nuova Generazione emerse dal progetto di ricerca e innovazione JRP (Joint Research Platform) di Politecnico di Milano e Fondazione Politecnico di Milano, che vede fra i suoi partner strategici anche Deerns Italia, società di ingegneria e consulenza per l’edilizia sostenibile, in qualità di Sponsor Platinum, coordinatore del tavolo di lavoro per la sostenibilità e membro del Team per la digitalizzazione.

“Il nostro approccio olistico alla progettazione degli edifici trova una delle sue migliori espressioni proprio in ambito ospedaliero grazie alla creazione di un ambiente di cura concepito per favorire la risposta del paziente alle cure, con conseguente riduzione dei tempi di ospedalizzazione”, spiega Arianna Surace, Business Development Manager di Deerns Italia.

“Negli ultimi anni abbiamo investito in modo significativo in soluzioni in grado di garantire il massimo comfort ai pazienti, utilizzando le nostre expertise per progettare ambienti ottimali dal punto di vista della temperatura, della salubrità dell’aria, della luminosità. dell’acustica e dell’interazione digitale. L’ambiente ideale deve essere in grado di adattarsi alla sensibilità e necessità degli occupanti nel rispetto della massima efficienza, per fare questo deve essere utilizzata la tecnologia”.

Longevity Challenge: spazi di cura a elevato valore aggiunto Il generale invecchiamento della popolazione si traduce nella ricerca di servizi sanitari specialistici, ad alto valore aggiunto, in grado di migliorare la longevità dei pazienti e la loro qualità di vita anche negli anni “d’argento”. Per le architetture della salute, questo si traduce in percorsi di cura progettati per combattere malattie croniche e degenerative, che tengano in considerazione anche la necessità di ridurre il tempo di permanenza dei pazienti in struttura.

Fondamentale per rispondere alle mutate esigenze socio-demografiche e climatiche sarà la progettazione di spazi “polmone”, facilmente riconvertibili e concepiti con la massima attenzione alle soft qualities per migliorare la qualità del soggiorno dei pazienti. Si deve quindi puntare all’umanizzazione degli spazi di cura, obbiettivo raggiungibile non solo con determinate scelte cromatiche e di arredo, ma anche con elementi tecnologici che appunto agiscono sulle condizioni ambientali. Seppur il miglioramento delle condizioni di permanenza in strutture sanitarie deve essere un obbiettivo, la priorità va data alla possibilità di effettuare le cure a livello domiciliare o in strutture preposte che devono sempre meno assomigliare ad ospedali e cliniche.

Per fare questo diventa fondamentale potenziare la telemedicina e i sistemi di monitoraggio da remoto. Queste tecnologie possono, in alcuni casi, ridurre drasticamente la necessità di ospedalizzazione o di recarsi frequentemente presso strutture sanitarie per visite ed esami. Un ambiente tecnologicamente in grado di rendere autosufficiente un paziente con lievi patologie può cambiare drasticamente la sua qualità della vita, allontanando il momento in cui dovrà avere un operatore sanitario fisso o essere accolto in una struttura assistenziale. Tutto questo fa parte del concetto di senior living, una tipologia mista residenziale / sanitaria che ancora ha preso poco piedi in Italia, ma già consolidata in altri paesi.

Una “città nella città” per il Wellbeing. L’ubicazione dell’ospedale del futuro e degli spazi impiantistici sarà un potente driver per la rigenerazione urbana, dando vita a una vera e propria “città nella città” integrata con il territorio. Molto più che una semplice struttura sanitaria, ma un vero e proprio polo urbano dotato di centri commerciali, laboratori di ricerca e spazi ricreativi. Un edificio ottimizzato per il Wellbeing dei pazienti e dei professionisti sanitari, conforme a protocolli di certificazione e agli obiettivi di sostenibilità (ESG, SDG), funzionale alla maggior soddisfazione del personale sanitario e alla riduzione dello stress nei pazienti, anche grazie alla presenza delle aree verdi – i cosiddetti Giardini Terapeutici (o Healing Gardens).

Dal nuovo polo chirurgico “Iceberg” del San Raffaele all’Ospedale ISMETT 2 di Palermo. Deerns Italia é coinvolto in importanti progetti ospedalieri innovativi, che interpretano le principali linee guida dell’Ospedale di Nuova Generazione. Primo fra tutti l’Ospedale “ISMETT 2” per il Cliente UPMC, a Carini (PA), il cui gruppo di progettazione è stato capitanato da Renzo Piano Building Workshop e da Progetto CMR dove Deerns Italia, che ha curato gli aspetti relativi all’acustica e agli impianti.

In primissimo piano anche la case study del Nuovo polo Chirurgico dell’Ospedale San Raffaele di Milano, per il quale Deerns ha curato la progettazione acustica, impiantistica e l’ingegneria di facciata”, meglio noto come “Iceberg” per la sua struttura piramidale firmata dall’Architetto Mario Cucinella. Una struttura nata dalla progettazione partecipata con i referenti tecnici della struttura ospedaliera, che é stata dotata tra le prime di sale operatorie ibride. Ultimo, ma non per importanza, l’Ospedale di Udine, struttura di sanità pubblica, per il quale Deerns ha curato la progettazione acustica e degli impianti.

Parola d’ordine: connettività. L’Ospedale di Nuova Generazione farà leva sulle tecnologie digitali e sul valore aggiunto di una connettività ad elevate prestazioni per garantire efficienza e rapidità dei servizi, ma anche per ridurre i tempi di ospedalizzazione grazie alla Telemedicina in abbinamento ai presidi medici domiciliari. Gestirà le attività sia in Cloud che in locale, sfruttando robotica, intelligenza artificiale (AI) e Internet of Things (IoT) per migliorare l’efficienza operativa, l’accuratezza diagnostica e la qualità delle cure (Smart Hospital).

Un approccio progettuale integrato L’approccio progettuale dei nuovi edifici ospedalieri dovrà seguire tre principi cardine: 1) Costruire meno, per valorizzare il patrimonio edilizio esistente ed impostare il progetto della nuova struttura e/o building sul concetto di espandibilità, flessibilità e resilienza. 2) Costruire meglio, utilizzando materiale con basso carbon foot print, materiali riciclati o riciclabili, facilmente disassemblabili e con vita utile elevata. 3) Ridurre la produzione di rifiuti di costruzione, utilizzando il più possibile tecniche di prefabbricazione ed edilizia industrializzata anche per garantire maggiore sicurezza dei processi costruttivi e controllo di tempi e costi di produzione/realizzazione. Senza dimenticare l’importanza dello studio dell’intero ciclo di vita dell’edificio, dalla sua demolizione, smontaggio o rifunzionalizzazione alla luce delle mutate esigenze di contesto.

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