Ma solo due sono etichette a Denominazione di origine

Milano, 26 set. (askanews) – Sono 11 i vini del Lazio che quest’anno hanno ottenuto i “Tre Bicchieri”, il massimo riconoscimento della guida “Vini d’Italia 2024” del Gambero Rosso. Nella nuova edizione del volume, il Lazio si conferma fedele a sé stesso, nel bene e nel male.

“Da un lato, conferma la capacità di ottenere eccellenti risultati in tutta la regione: quattro province su cinque hanno espresso almeno un ‘Tre Bicchieri’, ad eccezione di Rieti (anche se il Reatino sta registrando una crescita di qualità e del numero di aziende), utilizzando un numero di vitigni assai significativo, sia autoctoni, Bellone, Biancolella, Cesanese e Grechetto, che internazionali, dal Cabernet Sauvignon al Merlot, dalla Grenache al Syrah al Viognier” appuntano i degustatori, sottolineando che dall’altro lato, il Lazio “riconferma la cronica assenza d’identità territoriale: solo due sugli undici ‘Tre Bicchieri’ sono a denominazione di origine nonostante sia una regione che conta 27 Doc e tre Docg”.

I recensori segnalano che quest’anno ritornano al massimo riconoscimento tre aziende con l’entrata di una nuova: Coletti Conti con il suo “Cesanese del Piglio Superiore Hernicus 2021”; Ciolli con il “Cesanese di Olevano Romano Superiore Silene 2021” e Tenuta La Pazzaglia, che lo ottiene con il suo vino più ambizioso, il “Grechetto Poggio Triale 2021”. Per la prima volta entra nel prestigioso club l’azienda di Paolo e Noemia d’Amico con lo “Chardonnay Calanchi di Vaiano 2021”. Gli altri vini che hanno preso i “Tre Bicchieri” sono: l’”Amagna Viognier 2021″ di Ômina Romana, “Biancolella di Ponza 2022” di Antiche Cantine Migliaccio, “Fiorano Rosso 2018” di Tenuta di Fiorano “Habemus 2021” di San Giovenale, “Montiano 2020” di Famiglia Cotarella – Falesco, “Radix Bellone 2019” di Casale del Giglio, e “Roma Rosso Riserva 2020” di Poggio Le Volpi.

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