“Mancate decisioni hanno influito sulla circolazione delvirus e mortalità”
Milano, 15 set. (askanews) – “Se i geni di Neanderthal possono aver contribuito alla diffusione del virus nella prima fase ‘esponendo le persone ad una malattia più severa’, come ha detto il direttore dell’Istituto Mario Negri, Giuseppe Remuzzi, non possiamo che rimarcare il nostro disappunto per come sia stata interpretata la notizia, togliendo responsabilità a chi ne ha avute nella gestione della prima fase della pandemia”. Lo afferma in una nota il direttivo dell’Associazione dei familiari delle vittime del Covid 19, in merito alla presentazione, ieri nel corso di un convegno ospitato dal presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, dei risultati dello studio “Origin”, sulla relazione fra i fattori genetici e la gravità della malattia Covid-19 nella provincia di Bergamo. Studio che dimostra che una certa regione del genoma umano si associava in modo significativo col rischio di ammalarsi di Covid-19 e di ammalarsi in forma grave nei residenti in quelle aree più colpite dalla pandemia, in particolare nella bassa Valle Seriana.
“Le archiviazioni del Tribunale dei ministri di Brescia ci dicono che il reato di epidemia colposa non è configurabile e quindi le persone coinvolte dall’indagine di Bergamo, tra cui lo stesso Attilio Fontana, ma anche l’allora premier Giuseppe Conte e l’ex ministro della Salute Roberto Speranza, non sono rinviabili a giudizio ma le loro decisioni o mancate decisioni hanno indubbiamente influito nella circolazione del virus e nell’alto tasso di mortalità, soprattutto in bergamasca ma anche nel resto d’Italia” prosegue l’Associazione, ricordando “la mancata zona rossa a Nembro e Alzano ma anche il mancato tracciamento, o il piano pandemico nazionale e regionale non applicati e tutti gli altri obblighi di legge mai adempiti che noi, attraverso i nostri legali, abbiamo portato all’attenzione della Procura di Bergamo e del Tribunale Civile di Roma dove la causa contro governo, ministero della Salute e Regione Lombardia è ancora in corso”.