World – La Giornata mondiale per la consapevolezza sull’autismo dell’ Assemblea generale delle Nazioni Unite è stata adottata in Consiglio il 18 dicembre del 2007, da quel momento si è ufficializzato l’operato di tante Onlus e Associazioni che intervengono a sostegno innanzitutto delle famiglie con bambini autistici, inoltre in questa giornata, si invitano le singole organizzazioni dedicate all’autismo esistenti in tutto il mondo a collaborare riguardo la ricerca, diagnosi, trattamento e inclusione di tutte le persone “neurodivergenti”.
Come per tutte le “giornate mondiali dedicate” si fa leva su ciò’ che può avere un riscontro, un interessamento da parte anche di chi non e’ in prima persona coinvolto e si punta alla sensibilizzazione, all’informazione, questa amplificata e diffusa anche grazie ai media, giornali, radio, televisioni. Ed è qui che interviene la comunità delle persone autistiche. Persone che tentano in tutti i modi, attraverso i loro mezzi di far comprendere, di dare la giusta e sacrosanta informazione. Quello che di reale, vero, di vissuto hanno da raccontare. Eh già, perché spesso si pensa che loro non siano in grado di farlo, perché in tanti credono che chi rientra nel tanto noto “spettro autistico” sia affetto da autismo e quindi malato, invalido, incapace di comunicare, di esprimersi. Non è così! Le persone autistiche nascono con una differente neurologia, esistono menti neuro tipiche e menti neuro divergenti. Che poi, neurologicamente quanto una mente può essere definita “tipica”?
Ce lo suggerisce in questa immagine Red Fryk Hey , una ragazza autistica, che sul suo profilo Instagram ha pubblicato un reel che vi invitiamo a guardare.
L’autismo non è una patologia, non si combatte, non si sfida ma semplicemente comprenderlo. Non solo in questa giornata, bisognerebbe ascoltare e coinvolgere le persone autistiche affinché non vengano letteralmente escluse, messe in disparte senza ascoltare quali siano realmente le loro esigenze, le loro volontà, i loro racconti. Testimonianze che davvero potrebbero essere concrete nel trattamento di bambini e delle loro famiglie. E’ giusto ascoltare i loro disagi, le gioie, le parole con cui preferirebbero essere definite ed anche parlare di come vorrebbero venissero spesi i fondi destinati all’autismo.
Di seguito la foto di Lunny, sul suo profilo Instagram, che in un post evidenza tutti i disagi legati a questa giornata, che ricorda solo quanti termini inappropriati si rivolgono alle persone autistiche
Le giornate mondiali sono importanti, la giusta informazione è “sacrosanta” ma, ove si può, si dovrebbe dar voce soprattutto ai protagonisti di queste storie che si decidono di raccontare…
In questo caso specifico, il messaggio che passa è che una persona autistica sia affetta da autismo, trattandola come malata, come persona che non sia in grado di esprimere il proprio pensiero…e spesso è errato! I medici, gli operatori, i volontari coinvolti nei programmi a sostegno di queste persone e delle loro famiglie, dovrebbero conoscere perfettamente le volontà e le scelte della comunità autistica. La maggior pare di loro ha una proprietà di linguaggio e comunicativa, redazionale migliore rispetto a una persona neurotipica, chiedete a loro se termini e iniziative sono condivise…La risposta è NO! A partire dal colore e dal simbolo di questa giornata. La comunità autistica ha scelto il simbolo dell’infinito ed il colore rosso o dorato, assolutamente non il blu e il motivo per cui fu scelto.
Sarebbe bellissimo se d’ora in poi si ascoltassero di più le persone autistiche, non trattandole come malate! La loro mente si definisce ” Neuro divergente” e non sempre hanno deficit fisici e invalidanti. Coinvolgetele, vedrete che oltre all’apporto di neuropsichiatri, neuro psicomotricisti, logopedisti, ecc.. davvero si possono dare aiuti concreti alle famiglie e ai bambini che crescendo avranno sicuramente maggiore consapevolezza. Diventeranno adulti che potranno adattarsi più serenamente alla società, informata nel modo corretto, sperando che un giorno non si debba per forza sprecare tempo a definire ma semplicemente a sapersi comportare.