NAPOLI – Continua ininterrotta l’azione messa in atto da criminali senza scrupolo in tutta l’area nord di Napoli.
La terra dei fuochi continua a bruciare senza limiti territoriali e senza tregua.
Una guerra ecologica dove a rimetterci sono i cittadini che sono costretti a respirare fumi tossici sia di notte che di giorno.
Pneumatici, cavi elettrici, materiale di risulta, scarti tessili si brucia di tutto nelle campagne tra i comuni di Acerra, Caivano, Afragola, Casalnuovo e Pomigliano d’Arco, anche questa mattina verso le 10 un ampio incendio a distanza di un centinaio di metri da una fabbrica di fuochi d’artificio visibile da decine di chilometri di distanza.
Un odore acre e pungente alla gola e agli occhi tanto da obbligare chi è rimasto in città a rinunciare alla frescura della notte e a chiudere porte e finestre.
«Stiamo ricevendo molte segnalazioni di roghi, di notte l’aria è irrespirabile e di giorno purtroppo la storia non cambia – le parole di Gabriel Aiello, attivista e portavoce del movimento “C’at accis ‘a salute” – è la stagione dei roghi, non solo Casalnuovo.
È vergognoso il silenzio sul tema da parte di tutte le istituzioni di ogni livello. È inaccettabile che dopo il report dell’Iss e della Procura che mette nero su bianco che qui si muore per i rifiuti non ci sia stata nessuna reazione istituzionale.
A Casalnuovo la politica si affanna a dichiarare il falso, provando a far passare un rogo tossico di rifiuti per roghi di sterpaglie – continua ancora l’attivista – ancor più schifoso è leggere di confini, come se il fumo rispettasse i confini.
Anche se i roghi non sono sul territorio comunale l’amministrazione potrebbe e dovrebbe mettersi in contatto con le amministrazioni vicine per evitare roghi tossici. Non può essere una scusa il confine, i roghi non hanno confini.